Tu sei qui: CronacaIl giocoliere dello swing Nico Gori all'edizione "zero" di Jazzin Amalficoast
Inserito da (admin), venerdì 9 agosto 2019 22:25:14
E' tutto pronto a Minori, in Costiera Amalfitana, dove tra poche ore andrà in scena la prima edizione del concept Jazzin' Amalfi Coast. L'evento, patrocinato dal Comune di Minori e fortemente voluto dal Maestro Pasticciere Salvatore De Riso, in collaborazione con Positano Notizie, mira a coinvolgere grandi e piccini nell'affascinante mondo della musica Jazz.
Alle 12.30 si parte con il Jazz farm...Moving on mentre in serata, alle ore 18.30, i giovanissimi saranno coinvolti da Massimo Nunzi in una sessione di GiocaJazz sul Lungomare California.
Il concerto vero e proprio invece sarà alle 21.30 sul pontile turistico di Minori.
Nella suggestiva location del molo di Minori, la Nico Gori Swing 10tet darà vita ad una esplosione di swing della tradizione delle storiche big band di artisti come Benny Goodman, Count Basie e Duke Ellington.
Abbiamo intervistato in esclusiva Nico Gori, fondatore della omonima Nico Gori Swing Tentet Jazz Band.
#PNo: Nico Gori è più il musicista impegnato con artisti del calibro di Bollani, Tom Harrel,Lee Konitz o il giocoliere dello swing?
NG: Nico Gori è entrambe le cose. Ho iniziato da piccolo quando a 5 anni mio padre mi regalò una cassetta di Benny Goodman in cui si suonava lo swing e da quel momento me ne sono innamorato. Non mi sono fermato a questo. Ho studiato la musica classica, vari stili jazz e, in ambito lavorativo, ho suonato anche musica leggera e avuto esperienze in orchestre da ballo. La mia formazione e le esperienze che ho fatto mi permettono di essere contemporaneamente sia il giocoliere dello swing che il musicista eclettico che suona con Bollani.
Un gruppo che suona una musica del passato, qual è la collocazione artistica di questoprogetto nella scena musicale attuale?
Noi suoniamo una musica di 100 anni fa, che oggi si colloca sicuramente come musica Main-stream, ma senza nostalgia e cliché del passato. Senza alcun atto carnevalesco, quindi senza vestirsi come uomini e donne degli anni 20/30. Suoniamo questo genere, che si può definire musica classica jazz, come si suona oggi: con freschezza, naturalezza, con un approccio moderno e arrangiamenti originali scritti da me appositamente per questo gruppo.
Ma quindi il jazz è ancora vivo?
Certo. Vivo e vegeto, ricco di contaminazioni in cui a volte è difficile riconoscere la matrice jazzistica di origine. Sicuramente è una musica che non è ferma, sia quella originale che quella che viene riproposta. Le fotocopie dei grandi maestri sono ormai da evitare, bisogna studiare e conoscere bene musicalmente e storicamente i grandi del passato per tirar fuori una propria personalità espressiva. Che non deve essere per forza di avanguardia, l'importante è che sia autentica.
Un aggettivo, una definizione per la band Nico Gori Swing tentet.
Frizzante ed energica. Una parola sola non basta. Chi viene al concerto si accorge che abbiamo tanta voglia di suonare e divertire il pubblico. Soprattutto di avvicinare quella parte che ha paura del jazz. Tendiamo a coinvolgere un pubblico eterogeneo, dove ci sono sia gli amanti del genere che non. Vorremmo che la gente tornasse a casa non pensando che il jazz sia una musica difficile ma, attraverso l'ascolto dello swing e stili più familiari, faccia meno fatica a comprendere l'evoluzione del jazz.
Nel 2000 hai vinto il premio Massimo Urbani come miglior talento italiano emergente. Come vedi i giovani jazzisti oggi?
Li vedo bene. Sono molto bravi. Dopo una ventata di sperimentazione secondo me eccessiva, perché troppo distante dal rapporto melodia-armonia-tempo. Adesso c'è un ritorno ad uno studio più attendo della storia e della tradizione. Nella mia esperienza come insegnante vedo ragazzi molto bravi e preparati, anche se a volte poco curiosi. Di certo, chi approccia al jazz oggi ha un po' più di attenzione alla tradizione americana rispetto agli anni passati.
Cosa ci aspetta sabato sera? chi non ha mai visto il tuo spettacolo cosa si troverà?
Troverà uno show in stile Cotton club. Non un semplice concerto. Un presentatore che si trasforma in cantante, un chitarrista che diventa anch'egli cantante. Poi c'è la splendida Michela Lombardi, quota rosa dell'orchestra, e vari altri numeri che vedrete quella sera. Uno show molto movimentato e travolgente con tanti cambi di atmosfera. Uno spettacolo vario che si ispira a quello anni '30/'40. Non solo un genere, quindi, ma uno modo di fare spettacolo.
Photo Copyright: Gabriele Laffi
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