CronacaCani e gatti avvelenati a Tramonti, lo sfogo del veterinario

Cani, gatti, veleno, Costiera amalfitana

Cani e gatti avvelenati a Tramonti, lo sfogo del veterinario

Non è la prima volta, infatti, che in Costiera Amalfitana si verificano episodi di avvelenamento di animali, non sempre randagi

Inserito da (Maria Abate), giovedì 9 gennaio 2020 13:46:09

«Ieri ho trascorso tutta la mia giornata nel soccorrere e sperare di salvare un cane avvelenato. Purtroppo tutte le energie (fisiche e psicologiche) sono state vane. Alla fine il piccolo (circa 10 mesi di età) non è sopravvissuto».

A scrivere, stamani, questo drammatico post su Facebook il veterinario di Tramonti Carlo Maria Del Pizzo, provato dall'esperienza vissuta.

Non è la prima volta, infatti, che in Costiera Amalfitana si verificano episodi di avvelenamento di animali, non sempre randagi. I casi più frequenti, dicono i fatti, si registrano nei borghi dell'entroterra - Tramonti, Ravello e Scala - probabilmente interessati in misura maggiore dal fenomeno del randagismo (cosa che non giustifica assolutamente tanta crudeltà).

Proprio in questi giorni una lettrice da Tramonti (Frazione Pietre, Località San Felice) ci aveva chiesto di denunciare - tramite le nostre pagine - l'avvelenamento del suo cane e dei suoi tre gatti, ma prima avrebbe voluto fare le indagini del caso. Si sospetta, infatti, che il responsabile abbia utilizzato metaldeide, la sostanza che serve per disinfestare gli orti dalle lumache, mischiata a bocconi di carne a fare da esca. Lo sfogo del veterinario, però, ci ha costretti ad anticipare i tempi, per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla gravità dell'uccisione di animali indifesi. Il cane a cui fa riferimento nel post è il secondo cane della signora di Tramonti, che ha avviato la procedura di denuncia per iniziare le indagini. Sono state allertati l'ASL, il Sindaco, la Guardia forestale e l'ENPA, che dovranno coordinarsi per bonificare l'area (i bocconi possono essere ingeriti anche dai bambini).

«Non sono solito pubblicare e condividere questioni personali/lavorative sui social - ha scritto Del Pizzo -, ma dopo diversi casi simili è giunto il momento di rendere pubblico parte del mio lavoro. Il tutto con la speranza di sensibilizzare non solo l'opinione pubblica in merito al maltrattamento animale (e purtroppo ad oggi si registrano ancora tanti casi) ma anche in merito alla lotta mediante denunce e segnalazioni agli organi competenti/preposti. Il silenzio non sempre serve! Segnalare serve a limitare i danni, serve a far valere i nostri diritti di amanti degli animali, serve a dar forza ad un ormai scomparso senso civico, serve a far sollievo, seppur minimo, a chi in queste situazioni perde cani o gatti ed a chi, come me ed altri colleghi, in queste situazioni vivono un grande senso di impotenza e soprattutto di grande pressione psicologica.

A chi compie questo schifo vorrei dire soltanto che la loro coscienza è molto più lurida di una pipì lasciata da un cane davanti alle porte o nei cortili».

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