CronacaFukushima, governo rilascerà in mare l’acqua contaminata della centrale. La Cina protesta, gli USA si dicono «comprensivi»

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Fukushima, governo rilascerà in mare l’acqua contaminata della centrale. La Cina protesta, gli USA si dicono «comprensivi»

A 10 anni esatti dalla catastrofe del marzo 2011, Il governo giapponese rilascerà nell'Oceano Pacifico l'acqua contaminata che fino ad oggi è stata impiegata per raffreddare i reattori danneggiati dall'incidente nucleare di Fukushima. Lo ha comunicato il premier Yoshihide Suga

Inserito da (Maria Abate), giovedì 15 aprile 2021 17:49:43

A 10 anni esatti dalla catastrofe del marzo 2011, quando uno tsunami colpì la centrale nucleare di Fukushima, causando l'incidente nucleare più disastroso dopo Chernobyl, il governo giapponese rilascerà nell'Oceano Pacifico l'acqua contaminata che fino ad oggi è stata impiegata per raffreddare i reattori danneggiati dall'incidente nucleare.

Lo ha comunicato il premier Yoshihide Suga, malgrado la netta opposizione dell'opinione pubblica, dei movimenti ecologisti, dell'industria della pesca e dei rappresentanti dell'agricoltura locale.

Infatti, secondo il gestore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco), le cisterne che raccolgono l'acqua contaminata derivante dalla manutenzione giornaliera della centrale di Fukushima Daiichi, raggiungeranno la massima capacità consentita entro l'estate del 2022.

Cina e Corea del Sud hanno criticato con forza il piano del Giappone, che invece ha rimarcato la sicurezza dell'operazione, forte del sostegno dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), che ha definito la mossa simile allo smaltimento di acque reflue negli impianti nucleari in altre parti del mondo.

Eppure, le radiazioni dovute all'esplosione del 1986 a Chernobyl ancora oggi minano la salute di migliaia di abitanti in Bielorussia, Ucraina e Russia.

Il ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, in una nota postata sul suo sito web, ha però obiettato che «l'oceano è proprietà comune dell'Umanità e lo smaltimento delle acque reflue nucleari non è solo questione interna del Giappone» e ha assicurato il suo impegno per scongiurare il via all'operazione.

Il disappunto è arrivato anche da Greenpeace Giappone, che ha definito la decisione del governo «del tutto ingiustificata».«Invece di usare la migliore tecnologia esistente per minimizzare i rischi di esposizione a radiazioni immagazzinando l'acqua a lungo termine e trattandola adeguatamente per ridurre la contaminazione, si è deciso di optare per l'opzione più economica, scaricando l'acqua nell'Oceano Pacifico», ha dichiarato Kazue Suzuki della campagna Clima ed energia di Greenpeace.

Gli Stati Uniti, invece, si dicono «comprensivi». Il Dipartimento di Stato americano ha affermato che il Giappone «è stato trasparente sulla sua decisione e sembra abbia adottato un approccio conforme agli standard di sicurezza nucleare accettati a livello globale».

(Foto di copertina: jessebridgewater)

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