CronacaIn gruppo picchiano a sangue un ragazzo: individuato e assicurato alla giustizia il branco

Pontecagnano Faiano, Provincia di Salerno, Battipaglia, Carabinieri, Cronaca, Violenza

In gruppo picchiano a sangue un ragazzo: individuato e assicurato alla giustizia il branco

Alla base della folle aggressione, futili motivi di carattere sentimentale

Inserito da (Admin), venerdì 11 settembre 2020 19:41:13

Nel pomeriggio di ieri, 10 settembre 2020, a Pontecagnano Faiano, i Carabinieri della Compagnia di Battipaglia hanno dato esecuzione all'Ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari e del divieto di dimora nel territorio dei comuni della provincia di Salerno, emessa dall'Ufficio del GIP del Tribunale di Salerno su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo, nei confronti di quattro giovani, tutti gravemente indiziati di concorso in lesioni personali gravi e porto ingiustificato di armi, in danno di un loro coetaneo, un ragazzo di 21 anni.

Il provvedimento scaturisce dall'esito delle indagini avviate dai Carabinieri della Sezione

Operativa di Battipaglia e della Stazione di Pontecagnano e dirette e coordinate dalla

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, allorquando la sera del 7 agosto

2020, verso le ore 21.40, giungevano alla Centrale Operativa richieste di intervento in Piazza Risorgimento per una lite in corso tra ragazzi, alcuni armati di mazze da baseball e con una persona ferita e sanguinante giacente a terra.

I responsabili, identificati in ESPOSITO Anthony classe 1999 (con precedenti di polizia e destinatario della misura custodiale degli arresti domiciliari), CIAPARRONE Felice classe 2001, AVAGLIANO Maurizio classe 1999, RUGGIERO Francesco classe 1998, (quest'ultimi destinatari della misura cautelare del divieto di dimora), nel corso della rissa, cagionavano alla vittima, al momento dell'aggressione in compagnia di un amico minorenne (classe 2002), la lesione completa dell'arteria femorale dell'arto sinistro.

Le investigazioni, supportate dall'esito delle informazioni testimoniali raccolte sulla scena del crimine e dall'analisi dei tabulati telefonici, ricostruivano il movente dell'aggressione, da ascrivere a questioni di carattere sentimentale, ovvero alla cieca gelosia di uno degli indagati esplosa a seguito della richiesta di amicizia che la ex fidanzata aveva rivolto all'amico minorenne della vittima su un sito social.

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