Economia e Turismo«Omicron affonda commercio, turismo e pubblici esercizi»: Confesercenti lancia allarme

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«Omicron affonda commercio, turismo e pubblici esercizi»: Confesercenti lancia allarme

Prospettive radicalmente mutate nell’ultimo mese: negozi e pubblici esercizi vuoti, migliaia di alberghi chiusi per mancanza di turisti. “Lockdown di fatto, prorogare sostegni a imprese a partire da lavoro e DL Liquidità”

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), giovedì 13 gennaio 2022 11:01:27

Nell'ultimo mese, le prospettive delle imprese del turismo, del commercio e dei pubblici esercizi sono radicalmente mutate. E se l'autunno era stato caratterizzato da una graduale ripresa, anche se lenta e faticosa, l'arrivo dell'inverno ha purtroppo segnato una netta inversione di tendenza negativa: tra paura, smartworking e restrizioni, l'aumento dei contagi ha portato ad un ‘lockdown di fatto', anche se mai dichiarato, che ha affondato i fatturati delle attività dei tre settori. A lanciare l'allarme è Confesercenti.

La paura frena la spesa delle famiglie. Il riacutizzarsi della pandemia ha avuto un impatto generalizzato sulle modalità di consumo degli italiani. A farne le spese sono soprattutto pubblici esercizi, commercio e turismo: il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di pubblici esercizi e locali. Il 32% - un italiano su tre - ha invece rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza già prenotata. Una quota identica - sempre il 32% - ha evitato o ridotto gli acquisti nei negozi per timore degli assembramenti. Lo conferma anche l'andamento dei saldi di fine stagione appena partiti: le vendite hanno rallentato fino quasi allo stop, e calcoliamo che già circa un milione di clienti abbia rinunciato a fare shopping per paura dei contagi. E anche chi lo fa lo stesso adotta comportamenti più prudenti: il 25% non entra nei negozi se vede troppe persone, e preferisce fare la fila fuori dai punti vendita.

Smart working e pubblici esercizi. L'aumento dei contagi ha portato le imprese del settore privato ad aumentare nuovamente il numero di dipendenti in smart working: secondo un sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti, il 48% dei dipendenti del settore privato è già in smartworking o prevede di tornarci a breve. Una quota pari a circa 5,5 milioni di lavoratori - di cui un milione (il 15%) per la prima volta. Uno "stay-at-home" di massa che avrà un forte impatto sui pubblici esercizi nei centri città e nei quartieri di uffici, da noi stimato in 850 milioni di euro al mese di minori consumi.

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