Flusso di CoscienzaLa “scienza” abusata

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La “scienza” abusata

L'interessante analisi giunta alla nostra redazione a firma di Angelo Criscuoli, dottore in Economia e Commercio, Art Advisor e curatore di eventi artistico-culturali

Inserito da (Admin), martedì 8 dicembre 2020 11:04:56

di Angelo Criscuoli

 

Il termine "scienza" è abusato, attraverso l'estensione a fenomeni qualitativamente diversi di semplificazioni quantitative che distorcono la realtà.

Il riduzionismo di fenomeni reali complessi, e sostanzialmente unici e irripetibili, a rappresentazioni semplificate che tengono necessariamente conto solo di un numero limitato di ipotesi e variabili[1], arbitrariamente[2] considerate capaci di fornire un quadro esaustivo di un dato fenomeno, rende la "scienza" null'altro che una visione parziale, approssimativa e non congruente alla realtà.

Pertanto la "scienza" non può essere eletta a valore assoluto, in quanto affetta sempre e comunque da errori (voluti o casuali) di tipo metodologico e di calcolo, che pregiudicano la correttezza dei risultati e li indirizzano verso una "direzione" arbitraria.

Sia nel caso in cui tale "direzione" risulti casualmente dal processo e dagli algoritmi di ricerca, sia nel caso opposto in cui si tratti di una "direzione" consapevolmente preordinata nell'impianto metodologico e nella costruzione degli algoritmi.

Non esiste e non può esistere, quindi, una scienza esatta, al di fuori delle scienze meramente formali ed astratte[3], che prescindono dalla considerazione di fenomeni empirici, sempre e comunque imperscrutabili nella loro essenza totale ed oggettiva.

Ad esempio: 1+1 = 2 è un risultato esatto di un'operazione astratta.

Ma se vogliamo invece sommare, a fini statistici e di ricerca scientifica, "1 individuo reale" + "1 altro individuo reale", ovvero due realtà fenomeniche uniche ed irripetibili, ciascuna costituita da infinite variabili con valori quali-quantitativi diversi, non potremo che limitarci a considerare solo alcune di queste variabili, se e quando ritenute comuni (ossia condivise) in base ad una loro definizione metodologica c.d. "scientifica", che, essendo limitante e limitata, sarà sempre e comunque parziale e non in grado di cogliere appieno tutte le infinite sfumature della realtà.

Da questa premessa si evince come, tra le "scienze" (empiriche ed applicate), la "medicina", in particolare, non possa essere considerata una scienza "esatta", ma piuttosto una "pratica" che ha a che fare, di volta in volta, con individui diversi ed unici, ai quali è logicamente e razionalmente scorretto applicare protocolli sanitari generici o somministrare farmaci e vaccini in maniera massificata, senza tener conto delle loro innumerevoli e particolari specificità, individuali ed irripetibili.

Ecco perché la vaccinazione di massa, con vaccini preconfezionati in dosi e composizioni standard, prodotti dalle industrie farmaceutiche[4], costituisce sempre, di fatto, una sperimentazione di massa, dagli esiti rischiosi ed incerti.

È quindi chiaro come sia sempre illogico, irrazionale e pericoloso, imporre un qualsiasi obbligo vaccinale, che può causare enormi danni alle persone, mancando la valutazione, caso per caso, del rapporto rischi/benefici connesso alla somministrazione ad uno specifico individuo.

Ne deriva che qualsiasi obbligo vaccinale, tanto più se imposto a persone sane[5], costituisce senz'altro un crimine contro l'umanità, perché impone a tutti gli individui (ognuno diverso dagli altri), privandoli della libera scelta[6], uno stesso vaccino uguale per tutti, i cui effetti saranno conseguentemente diversi e, in taluni casi, gravi o letali.

Quella che usualmente chiamiamo "scienza", soprattutto con riferimento a fenomeni naturali, non è altro che la serie storica di teorie mutevoli e scoperte parziali, spesso frutto del caso, affette da errori più o meno grandi, successivamente corretti e costantemente suscettibili di cambiamenti e reinterpretazioni, anche radicali e contrastanti con le precedenti letture, già date come acquisite dalla c.d. "comunità scientifica"

La "comunità scientifica" non è altro che l'insieme di esseri umani che, in un dato momento storico, sulla base delle proprie conoscenze, convinzioni individuali e ricerche mosse dai più disparati obiettivi, esprimono le proprie visioni e considerazioni su determinati fenomeni.

Tutto è avvolto nel dubbio, niente è certo, sicuro o assoluto.

Per quanto l'umanità e le sue menti più eccelse ed illuminate si sforzino di comprendere la realtà, essa resterà sempre e comunque imperscrutabile nella sua essenza profonda e totalità assoluta.

Tale consapevolezza, propria dei più grandi filosofi della storia dell'umanità, deve essere il fondamento ed il limite di qualsiasi teoria o pratica "scientifica".

Il beneficio del dubbio e la libertà di condividere o meno una teoria o pratica "scientifica" sono valori inviolabili per l'umanità, in quanto la ragione, la logica e l'intuizione profonda, ce li indicano come unica via di progresso nella nostra conoscenza della realtà.

L'imposizione agli esseri umani di presunti dogmi "scientifici" o la propaganda volta a suscitare un cieco fideismo nelle teorie e pratiche della "scienza", considerata pro tempore "vera" o "ufficiale", sono strumenti pericolosi, che calpestano non solo la logica, ma anche la libertà e dignità umana, con l'obiettivo politico (noto fin dai primordi dell'evoluzione sociale) di indurre nelle masse il "sonno della ragione", al fine di manipolarle, controllarle e dirigerle.

Ma, come è noto, "il sonno della ragione genera mostri"(7)!

 

note a margine:

(1) Sono le ipotesi e variabili considerate più rilevanti dallo "scienziato" (cioè dal ricercatore o gruppo studiosi che le scelgono arbitrariamente o in maniera pur sempre opinabile o perfettibile), rispetto alla tendenziale infinità di variabili coinvolte: intrinseche ed estrinseche, soggettive e oggettive, temporali e spaziali, individuali e ambientali, etc.

(2) Arbitrariamente: ossia scelte per motivi connessi a specifici scopi di ricerca (obiettivi sanitari, politici, economici, etici, personali o sociali, autonomi o indotti, etc.).

Tali scelte sono anche fatte in base allo "stato dell'arte" in un determinato momento storico, ovvero in base alle conoscenze "scientifiche" date per acquisite, alle ideologie, correnti filosofiche o religioni dominanti in una certa epoca, alle ineliminabili ed imprescindibili influenze sugli "scienziati" di contingenti circostanze sociali, politiche, economiche, sanitarie, etc.

(3) Un esempio di scienza esatta, formale ed astratta è la matematica, ma sempre e comunque entro certi limiti, connessi alla capacità di elaborazione del cervello umano o alla precisione dei calcolatori disponibili - c.d. intelligenza artificiale.

(4) Le aziende farmaceutiche, come tutte le aziende capitalistiche private, sono mosse dallo scopo di lucro, ossia dalla ricerca di un profitto in grado di ripagare adeguatamente gli investimenti di capitale e lavoro necessari alla produzione dei farmaci immessi sul mercato. Esse quindi mirano all'ottimizzazione del rapporto costi/ricavi attraverso la minimizzazione dei costi (ottenuta anche grazie alla standardizzazione e semplificazione di processi e prodotti) e la massimizzazione dei ricavi (ottenuta anche attraverso il marketing e la pressione lobbistica sui decisori politici).

[5] Persone sane: ossia persone che non hanno sintomi della malattia per la quale si vorrebbe vaccinarle e che potrebbero non contrarla affatto nell'arco della loro vita o, comunque, potrebbero superarla senza pericolo grazie al loro naturale sistema immunitario.

[6] La libertà di scelta terapeutica e vaccinale è un diritto fondamentale, inviolabile ed inalienabile di ogni essere umano (sancito da convenzioni internazionali sui diritti umani), che garantisce a ciascun individuo di acconsentire o meno ad un determinato trattamento sanitario, sulla base della personale valutazione del complessivo rapporto rischi/benefici connessi a quel trattamento, delle proprie conoscenze, convinzioni ed orientamenti scientifici, ideologici, filosofici o religiosi.

[7]"Il sonno della ragione genera mostri" è il titolo di un'acquaforte e acquatinta (cm 23x15,5) realizzata nel 1797 dal pittore spagnolo Francisco Goya, ubicata nella Biblioteca Nacional de Espana a Madrid, facente parte di una serie di ottanta incisioni chiamata I Capricci, pubblicata nel 1799.

 

In foto: "Il sonno della ragione genera mostri" di Francisco Goya

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