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Pandemia: definizione scientifica o politica(mente scorretta)?

Secondo un articolo apparso sul Quotidiano del Lazio e firmato da Cesare Giubbi, i numeri non sarebbero pandemici e ci si interroga sulla comunicazione fondata sulla paura

Inserito da (Admin), sabato 23 gennaio 2021 07:59:27

Secondo la definizione corrente "una 'pandemia' (dal greco "ciò che interessa tutte le persone") è la diffusione di una malattia epidemica che coinvolge gran parte della popolazione mondiale, nella malattia stessa o nel semplice rischio di contrarla. Tale situazione presuppone la mancanza di immunizzazione dell'uomo verso un patogeno altamente pericoloso."

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, le condizioni affinché si possa verificare una vera e propria pandemia sono tre:

  1. la comparsa di un agente patogeno nuovo, verso il quale non sono conosciute cure efficaci;
  2. la capacità di tale agente di colpire gli esseri umani;
  3. la capacità di tale agente di diffondersi rapidamente per contagio.

Vi sono state diverse critiche a questa definizione, essendo venuta a mancare la specifica di gravità, pertanto anche virus con bassissimi indici di conseguenze gravi possono essere inclusi nella definizione di pandemia.

Gli esperti riconoscono che dichiarare una pandemia possa essere politicamente gravoso perché può scuotere i mercati, portare a restrizioni più drastiche per i viaggi e il commercio, e stigmatizzare le persone provenienti dalle prime regioni colpite, ma al contempo può stimolare i paesi a prepararsi all'eventuale arrivo del virus.

Interessante un articolo pubblicato lo scorso 18 gennaio dal Quotidiano del Lazio e firmato da Cesare Giubbi che vi proponiamo di seguito (clicca qui per l'articolo originale).

A oggi nel mondo contiamo 80 milioni di contagi e due milioni di persone morte per cause attribuibili al COVID-19. La popolazione mondiale è di circa 8 miliardi per cui per conclamare una pandemia servivano numeri più significativi. I numeri non sono pandemici, perché cavalcare questa comunicazione fondata sulla paura? In Italia dopo circa un anno dall'inizio del COVID 19, si sono verificati circa 2.200.000 contagi mentre le persone decedute sono 80 mila.

Il virus fa male ma i numeri non parlano di pandemia

Su 2.200.000 contagi circa il 95% sono asintomatici, il tre per cento ospedalizzati e il due per cento trattati in terapia intensiva. Davanti a questi numeri era ed è necessario mortificare una nazione intera? Perché questo terrorismo? I potenti del mondo cosa stanno nascondendo? Sulla base degli ultimi dati ISTAT disponibili, si può procedere a stilare una classifica di quelle che sono le cause più diffuse delle morti nel nostro Paese.

I decessi per patologia in Italia

Ogni anno in Italia muoiono circa 650 mila persone di cui:180 mila per malattie oncologiche, 233 mila per malattie del sistema respiratorio e circa 54 mila causate dall'influenza e dalle polmoniti. Qualcuno omette di completare l'elencazione di tutte le altre voci. Nessuno vuole nascondere l'esistenza del virus, ma drammatizzare danneggia lo stato psicologico delle persone, in particolare dei bambini. E si danneggia l'economia creando disoccupati e nuovi poveri.

Tanti errori nella gestione della Sanità

Se in questi anni non fossero stati chiusi troppi ospedalie se per quelli rimasti in attività non avessero tagliato drasticamente i posti letto e se la sanità territoriale funzionasse, con i numeri del Covid, il sistema ospedaliero avrebbe tenuto bene. Non sarebbe stato necessario rinchiudere una intera popolazione in casa. Dobbiamo riflettere tutti su quello che sta accadendo e contestare pubblicamente una classe politica di dilettanti allo sbaraglio. E la stampa dovrebbe informare esaustivamente l'opinione pubblica anziché narrare scenari da tregenda per compiacere i padroni del vapore.

Fonti: Wikipedia - Il Quotidiano del Lazio

Un ringraziamento per la foto a Rottonara

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