Salute e BenessereFondazione Gimbe dice “no” a mobilità interregionale: «Lombardia, Liguria e Piemonte accantonino egoismo»

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Fondazione Gimbe dice “no” a mobilità interregionale: «Lombardia, Liguria e Piemonte accantonino egoismo»

Lombardia, Liguria e Piemonte non sono pronte alla riapertura. L’altolà arriva dalla Fondazione “Gimbe”, che analizza i dati della Protezione Civile e monitora la situazione fin dall'inizio dell'emergenza

Inserito da (Maria Abate), giovedì 28 maggio 2020 12:20:45

Lombardia, Liguria e Piemonte non sono pronte alla riapertura. L'altolà arriva dalla Fondazione "Gimbe", che analizza i dati della Protezione Civile e monitora la situazione fin dall'inizio dell'emergenza.

Dopo aver denunciato un «numero medio giornaliero di tamponi diagnostici incredibilmente esiguo rispetto alla massiccia attività di testing e tracing necessaria nella fase 2», l'organizzazione indipendente, che dal 1996 promuove l'integrazione delle migliori evidenze scientifiche in tutte le decisioni politiche, definisce "rischiosa" l'ipotesi di riaprire la mobilità su tutto il territorio nazionale, accettando «l'eventuale decisione delle Regioni del sud di attivare la quarantena per chi arriva da aree a maggior contagio».

«Le analisi post lockdown della Fondazione - si legge in un comunicato stampa diffuso in mattinata - dimostrano che in queste tre Regioni si rileva la percentuale più elevata di tamponi diagnostici positivi e il maggior incremento di nuovo casi, a fronte di una limitata attitudine all'esecuzione di tamponi diagnostici»".

Una presa di posizione che arriva proprio il giorno prima della decisione del Ministro della Salute, Roberto Speranza, in merito alla formalizzazione o meno della decisione sulla ripresa della mobilità interregionale, fissata dal Governo a partire dal 3 giugno.

La Fondazione presieduta da Nino Cartabellotta ipotizza tre scenari, sulla base delle valutazioni del Comitato tecnico scientifico. «Il primo, più rischioso, di riaprire la mobilità su tutto il territorio nazionale, accettando l'eventuale decisione delle Regioni del sud di attivare la quarantena per chi arriva da aree a maggior contagio; il secondo, un ragionevole compromesso, di mantenere le limitazioni solo nelle tre Regioni più a rischio, con l'opzione di consentire la mobilità tra di esse; il terzo, più prudente, di prolungare il blocco totale della mobilità interregionale, fatte salve le debite eccezioni attualmente in vigore».

Ad ogni modo, per Cartabellotta è necessario giungere «a una decisione sotto il segno dell'unità nazionale», mettendo da parte «ogni forma di egoismo regionalistico perché la riapertura della mobilità deve avvenire con un livello di rischio accettabile e in piena sintonia tra le Regioni».

(Foto: Adnkronos)

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