Territorio e AmbienteDa Maiori a Positano in bici: andata e ritorno sulla strada più bella del mondo /Foto Gallery

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Da Maiori a Positano in bici: andata e ritorno sulla strada più bella del mondo /Foto Gallery

Un territorio meraviglioso con il manto stradale in uno stato imbarazzante che mette a rischio l'incolumità di chi attraversa la Costa d'Amalfi su due ruote

Inserito da (Admin), sabato 5 settembre 2020 17:11:14

Era da molto che desideravamo farlo e finalmente si sono create le condizioni per arrivare in bicicletta da Maiori a Positano. Approfittando della strada chiusa, in seguito agli incendi che hanno devastato le montagne al confine tra Positano e Praiano (leggi qui), mercoledì scorso siamo partiti da Maiori verso le 10 di mattina con la Fat Bike in dotazione della nostra azienda, un cappellino per proteggerci dal sole e una borraccia d'acqua, alla volta di Positano.

Complice il cielo terso, tipico di settembre, lo scenario che si è presentato ai nostri occhi è quello di una Costiera Amalfitana tanto bella quanto fragile e impervia. Ad ogni salita ci confortava il fatto che al ritorno sarebbe stato un tratto in discesa e, al contrario, ci preoccupavano non poco le veloci discese che al ritorno sarebbero state decisamente dure da affrontare.

Tante le fermate effettuate, vuoi per la bellezza di alcuni scorci (difficilmente individuabili in moto o in auto), vuoi per salutare gli amici incontrati lungo il percorso ma, soprattutto, per la nostra scarsa preparazione atletica che sicuramente avrebbe voluto qualche settimana in più di allentamento per effettuare il percorso più agevolmente.

Alla bellezza già anticipata e conosciuta del nostro territorio si alternano angoli meno curati in cui persone, che definire incivili è un eufemismo, deturpano restando impuniti. Mascherina di protezione, anche in tessuto, abbandonate sul ciglio della strada, bottiglie di plastica e rifiuti vari, stonano con le meraviglie che questi luoghi offrono alla vista.

Tanti gli amici incontrati lungo il percorso. Arrivati a Praiano abbiamo incontrato Silvio Oliva, produttore di latticini a Tramonti, che non ha fatto mancare i suoi prodotti alle strutture che per la loro pizza scelgono i suoi fior di latte. Superato il blocco di cemento, rigorosamente con bicicletta in spalla, abbiamo raggiunto agevolmente Positano dove ad attenderci c'erano i nostri amici Valentino Esposito (Valentì Positano) e Peppe Stinga (Floragarden Positano) che, oltre a rifornirci di acqua, ci hanno offerto un assaggio del famoso "Cupolone" di Valentì, un dolce lievitato con marmellata al limone che ci ha dato la carica e le energie necessarie per affrontare il viaggio di ritorno a Maiori. Arrivati ad Amalfi, nel percorso di ritorno, un imprevisto ci ha visti costretti ad un ulteriore stop. La temperatura più calda del primo pomeriggio ci aveva fatto consumare tutta l'acqua. Fondamentale il supporto dell'amico Romolo, titolare del Ristorante Al Pesce d'Oro, che ha ricaricato le nostre borracce oltre ad offrirci uno scambio di battute sulla stagione in corso e un dolce ristoro.

Un discorso a parte invece meritano le condizioni del manto stradale. Effettuato a velocità decisamente contenuta, la Statale Amalfitana, nel tratto che da Maiori porta a Positano, è in condizioni davvero preoccupanti. Buche, tratti disconnessi, lavori di ripristino effettuati in malo modo e cedimenti dell'asfalto, rendono questa strada pericolosissima per i ciclisti e per chiunque l'affronti anche con più di due ruote. La nostra bicicletta, seppur dotata di ruote decisamente larghe e in una giornata di scarsissimo traffico, ha avuto difficoltà in alcuni tratti, soprattutto in discesa: non osiamo immaginare i pericoli che affrontano i ciclisti che circolano sulla Statale con bici da corsa.

Per il resto un'esperienza sicuramente da riproporre, magari organizzando una passeggiata in bici per ristabilire il senso di appartenenza dei più giovani ad un territorio unico come quello della Costa d'Amalfi, sensibilizzando gli enti proposti ad avere cura di quello che oltre a rappresentare un gioiello di architettura paesaggistica è, senza ombra di dubbio, un tesoro da custodire e tramandare alle generazioni future.

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