Storia e StorieAmalfi e la chiesetta emblema del dissesto idrogeologico

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Amalfi e la chiesetta emblema del dissesto idrogeologico

Dopo un restauro negli anni Ottanta dello scorso secolo, attualmente non è più utilizzata per le celebrazioni. Il soffitto infatti è stato sfondato e attraversato da un enorme masso caduto dalla roccia sovrastante

Inserito da (Maria Abate), mercoledì 2 settembre 2020 16:36:42

Chi passa a piedi o in bicicletta lungo la Ss163 nella parte alta di Amalfi potrà accorgersi di una piccola chiesetta incastonata sotto un costone roccioso. E' la Cappella di S. Cristoforo, che giace abbandonata e a pezzi, perché segnata dal dissesto idrogeologico. Forse fondata nell'XI secolo dal duca Mansone II, detto "Il Cieco", dal cui soprannome è derivato anche l'appellativo attribuito a questa località, dopo un restauro negli anni Ottanta dello scorso secolo, attualmente non è più utilizzata per le celebrazioni. Il soffitto infatti è stato sfondato e attraversato da un enorme masso caduto dalla roccia sovrastante.

La struttura, coperta da volta a botte con cassettonato pseudo stelliforme a stucco, è ad unica navata con il presbiterio rialzato di un gradino rispetto al resto della cappella; l'altare preconciliare, ora completamente distrutto dagli enormi massi staccatisi dalla roccia sovrastante e penetrati nell'ambiente attraverso la copertura, è sormontato da un affresco riproducente la Vergine in trono con il Bambino sulle gambe, di ispirazione bizantina e con i particolari del viso rilevati a stucco. Mentre all'esterno vi è l'affresco di S. Cristoforo, restaurato nel 1986 dagli "Amici di Sempre" in memoria di Don Attilio Amendola, come riporta una targa.

Ciò che addolora è che l'esterno della cappella, ormai inutilizzabile, sia tutto scrostato, a danno anche dell'affresco, che ha perso buona parte dell'intonaco ai piedi del Santo raffigurato.

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