Storia e StorieEssad Bey: l’ebreo arabo che visse a Positano. Se ne parla martedì alla Biblioteca comunale di Amalfi
Inserito da (Maria Abate), giovedì 18 ottobre 2018 18:24:08
A Berlino, a New York, a Vienna e infine in Italia divenne il principe turco musulmano Essad Bey e si propose, forte di solidi studi compiuti tra mille sacrifici nella facoltà orientalistica di Berlino, come brillante esperto di cose islamiche, collaborando con successo e fama crescenti a numerose riviste letterarie e scientifiche della Germania di Weimar. Più tardi, quando nella Germania hitleriana la sua vera identità venne scoperta, Lev-Essad continuò a pubblicare sotto pseudonimi vari ancora in piena Seconda Guerra Mondiale. Benché i suoi libelli anti-comunisti apparissero tra le letture raccomandate ai giovani nazisti e aspiranti squadristi fino a poco prima, nel '33 fu espulso dall'"Unione degli scrittori tedeschi" perché ebreo e si trasferì in Italia, terra nota per il rispetto verso chi andava alla ricerca di asilo e protezione.
In Italia lo scrittore ebbe successo: in quei tempi quasi tutti i suoi libri più importanti - romanzi e biografie di Lenin e Stalin, di Nicola II, di Reza Pahlavi, vari saggi sulla Russia e sul mondo islamico - vengono puntualmente tradotti in italiano da vari editori (tra cui Sonzogno, Bemporad, Treves). Il suo ormai esplicito anticomunismo funzionò, anche dopo l'approvazione delle leggi razziali, come una sorta di garanzia: Lev-Essad, la cui origine ebraica era ormai ben nota alla polizia fascista, non fu mai imprigionato né rispedito in Germania, ma solo discretamente controllato, quindi progressivamente isolato e infine confinato a Positano.
Essad Bay vi ritrovò i colori e i sapori della sua terra: Positano gli rammentava la sua Baku, il Tirreno il Mar Caspio, le isole de Li Galli quelle del suo luogo natio. Qui si fece voler bene da molti e divenne amico stretto di Luigi Ercolino, guardia municipale di Positano, che gli sarà vicino fino alla morte. Ben presto, infatti, si ammalò: il suo medico curante, Vito Fiorentino, gli diagnosticò la sindrome di Raynaud, una sorta di lebbra che porta alla cancrena degli arti. La sera del 27 agosto 1942, Essad Bey chiuse per sempre gli occhi. La sua tomba spicca ancora nel punto più alto del cimitero di Positano, con il turbante che sormonta la stele e la scritta in arabo: "In nome di Allah clemente e misericordioso". Per sua volontà, sotto il capo gli fu posto il Corano come guanciale e fu seppellito con i piedi rivolti verso la Mecca.
Di quest'affascinante figura si parlerà martedì 23 ottobre, alle 17, presso la Biblioteca Comunale di Amalfi, all'interno della conferenza "Il Caucaso e le terre del Vicino Oriente come prossima meta d'interscambio culturale", promossa dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana nell'ambito del progetto "Approdi mediterranei della Cultura Europea e mondiale". L'evento vedrà gli interventi di Michail Talalay, dall'Accademia russa delle Scienze di Mosca, sul tema "Lotta per il Caucaso fra etnie, ideologie, religioni, superpotenze: testimonianze di Essad Bey", e di Marco Merlini, Studioso e Ricercatore, su "Essad Bey, Petrolio, potere e sangue in Oriente". Seguirà un pubblico dibattito sul tema: "Amalfitani sulle orme del Primo Chiamato per riaccendere luci di speranza e distensione". Coordina l'evento Giovanni Camelia, Direttore del Comitato Scientifico del Centro di Cultura e Storia Amalfitana.