Storia e StorieIn Costa d'Amalfi un tuffo nella storia con il marchese Ricci Albergotti e il suo "Quetzal"

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In Costa d'Amalfi un tuffo nella storia con il marchese Ricci Albergotti e il suo "Quetzal"

La tranquillità di Atrani lo aiuta nel completamento dei suoi ultimi tre romanzi, costituenti la saga di una grande famiglia del Messico del 1860 che vive le drammatiche vicende della guerra fra questo paese e gli Stati Uniti

Inserito da (Maria Abate), lunedì 10 agosto 2020 10:36:24

Ancora una volta il marchese Gian Franco Ricci Albergotti ha scelto, insieme alla moglie Rosanna, la Costiera Amalfitana come luogo privilegiato per le vacanze estive.

Professore universitario, nonché avvocato famoso, (è stato il legale di Licio Gelli, attualmente difende gran parte del consiglio di amministrazione nel processo Banca dell'Etruria) è autore di più di cinquanta pubblicazioni di diritto. L'amore per la conoscenza lo induce ogni giorno, anche in vacanza, ad uno studio senza sosta che assieme alla sua passione per la storia ed i suoi innumerevoli viaggi in giro per il mondo lo hanno trasformato in un romanziere, come risulta dai suoi due romanzi Quetzal e Miramar, pubblicati in lingua inglese negli Stati Uniti.

Il Marchese Gian Franco trascorre, ogni anno, il mese di agosto nella sua bella casa estiva ad Atrani, dove si ritira dagli impegni invernali e incontra i suoi amici Andrea Barbaro, proprietario dell'Hotel Luna e l'atranese-parigino Vittorio Perrotta. Assiduamente frequenta la Torre Saracena dell'Hotel Luna e il suo entourage, fra cui gli affezionatissimi Alberto Proto e Giuseppe Milo ("Peppe" il bagnino storico della Torre).

"In estate, quando mi riposo - dice il marchese- mi piace stare con pochi amici, solo così riesco a rilassarmi prima di riprendere gli infiniti impegni che ho durante l'anno. La Costiera è il luogo ideale per dimenticare tutti i problemi".

La tranquillità di Atrani lo aiuta nel completamento dei suoi ultimi tre romanzi, costituenti la saga di una grande famiglia del Messico del 1860 che vive le drammatiche vicende della guerra fra questo paese e gli Stati Uniti, nonchè la lotta delle caste fra Indios e bianchi, che ha insanguinato il Messico per circa cento anni.

Ebbene, il suo romanzo "Quetzal. Un epopea messicana" sarà presentato dal professor Ricci Albergotti il prossimo 24 agosto presso la piazzetta Maggiore Garofalo di Minori, alle ore 21.30.

BIOGRAFIA

Egli discende dalla più famosa famiglia di Arezzo, una delle più antiche d'Italia, più remota addirittura di casa Savoia, avendo quest' ultima origine nell'anno 1003 con Umberto Biancamano, mentre la famiglia Albergotti risale all'anno 870 con il capostipite Tebaldo che giunse in Italia dalla Germania in quell'anno al seguito dell'Imperatore che lo insignì del titolo nobiliare.

Successivamente gli Albergotti divennero signori di numerosi castelli, in Toscana ed in Umbria, ricordiamo quelli di Toppole in Cosentino, di Argiano, di Castelnuovo e di Polino. Essi furono a capo della fazione Guelfa di Arezzo.

Numerosi sono stati gli uomini illustri della famiglia fra cui tre vescovi, Giovanni I (1371-1375, Giovanni II (1375-1390) che, però, osteggiò il partito Guelfo, tentando di impadronirsi di Firenze nell'agosto del 1376 ed infine Agostino (1801-1825) che fece istituire numerose opere ad Arezzo.

Alla stessa famiglia appartennero due grandi figure: Francesco Albergotti (Arezzo1304- Firenze 1376), uno dei più grandi giuriconsulti della sua epoca, chiamato " il dottore della solida verità" e Francesco Zenobio Albergotti (Arezzo 1654- Versailles 1717) che divenne gran maresciallo di Francia sotto Luigi XIV. Quest'ultimo guidò l'esercito francese nella battaglia delle Fiandre. Morì scapolo e dispose per testamento che tutta la mobilia e gli arredi dei suoi castelli in Francia, dopo la sua morte, dovessero essere inviati nella sua casa natale. Detti mobili oggi arredano il Palazzo Albergotti sito ad Arezzo, di proprietà del Marchese Gian Franco.

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