Storia e StorieLa Capria si racconta a “Mare, Sole e Cultura”: «Positano mi riporta a un tempo beato, quello dei sogni e degli amori» /VIDEO

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La Capria si racconta a “Mare, Sole e Cultura”: «Positano mi riporta a un tempo beato, quello dei sogni e degli amori» /VIDEO

Quella che tre giorni fa il Maestro ha presentato a Positano è un’autobiografia, scritta insieme a Giovanna Stanzione, che intreccia ricordi, riflessioni, delusioni e speranze di un'esistenza, in un'intima e appassionata confessione

Inserito da (Maria Abate), lunedì 5 ottobre 2020 10:46:33

Tre anni fa l'allora sindaco Michele De Lucia gli conferì la cittadinanza onoraria di Positano. Stiamo parlando dello scrittore Raffaele La Capria, che lo scorso 2 ottobre ha festeggiato i 98 anni proprio nella Città Verticale, presentando il suo ultimo lavoro letterario alla rassegna "Mare, Sole e Cultura 2020", giunta alla sua 28esima edizione.

Nel suo più grande capolavoro, "Ferito a Morte", che, nel 1961, gli valse il Premio Strega e la pubblicazione in vari paesi del mondo, c'era la straordinaria bellezza di Positano, che ispirò il regista Vittorio Caprioli nel girare il film "Leoni al sole".

E La Capria l'ha ricordato: «Questi sono i luoghi della mia giovinezza. Ogni cosa che si riferisce a un tempo beato, quello dei sogni, degli amori, è collegato a questi posti. Oggi la vostra Presenza qui mi conforta tanto e mi dà il senso che quello che ho fatto non è totalmente inutile».

Quella che tre giorni fa il Maestro ha presentato a Positano è un'autobiografia, scritta insieme a Giovanna Stanzione, che intreccia ricordi, riflessioni, delusioni e speranze di un'esistenza, in un'intima e appassionata confessione.

Presso l'Hotel Buca di Bacco, tra gli interventi di Silvio Perrella, Elisabetta Rasy, Emanuele Trevi e Sandro Veronesi, Raffaele La Capria ha voluto effettuare un'autovalutazione critica del suo essere: «Sono un uomo che ha provato a fare il suo meglio. Qualche volta riuscendoci, qualche volta no. I premi letterari mi hanno incoraggiato. Perché è importante, anche metafisicamente, essere riconosciuti nei propri sforzi. Le sofferenze capitano a tutti e dovrebbero essere sempre convalidate: dagli uomini e da Dio».

«L'importante è conservare una visione lieve del mondo. Quella che dopo ogni immersione ti spinge a guardare in alto e a cercare in tutti i modi di tornare a galleggiare in superficie». Alla soglia dei 100 anni, La Capria ha ammesso di pensare talvolta, alla morte: «Un limite sacro che non mi fa più paura. Non vado in chiesa, ma credere nel mistero, alla fine, ti conduce a Dio».

«Cultura ed emozione sono le parole che hanno maggiormente rappresentato l'incontro contrassegnato da un indiscutibile senso di valore aggiunto, emerso dall'esperienza e dall'amor proprio che, anche ad occhi chiusi, è possibile percepire da parte del Maestro La Capria nei confronti del nostro paese», ha commentato il sindaco Giuseppe Guida, dopo avergli portato gli auguri di tutta la cittadinanza.

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