Tu sei qui: AttualitàCaso Orlandi, la notizia che cerca di coinvolgere zio di Emanuela. I familiari: "Aveva vita specchiata"
Inserito da (Redazione Nazionale), lunedì 17 luglio 2023 18:32:44
di Norman di Lieto
Il caso Orlandi - ancora irrisolto - rimane purtroppo ancora di attualità perché, se non tutti i giorni, continuamente giungono notizie volte a 'sparigliare' le carte, a volte, quasi a voler 'gettare fumo negli occhi', rischiando, come sempre dal 1983 ad oggi, di rendere sempre più fitto il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi, figlia di un messo pontificio, sparita a Roma nel giugno 1983.
La sorella di Emanuela, Natalina nega decisamente di essere stata bersaglio delle molestie dello zio, mentre il fratello Pietro parla di una vera e propria "carognata", voler far passare la scomparsa di Emanuela come una cosa "familiare", discolpando così il Vaticano proprio mentre si deve decidere sulla Commissione parlamentare d'inchiesta.
E l'avvocatessa della famiglia, Laura Sgrò, denuncia che "si è fatta macelleria della vita di una persona, si è messa in piazza Natalina senza neanche chiederle nulla".
All'indomani del servizio del tg di La7, i familiari escono allo scoperto incontrando i giornalisti alla Stampa Estera e accusano soprattutto chi ha fatto uscire la 'notizia' che ieri sera ha fatto il giro del mondo.
"Si è parlato di una persona morta, Meneguzzi, che non si può più difendere. Di un magistrato che non avrebbe indagato, Domenico Sica, anche lui morto e che non si può più difendere. L'unica persona che poteva parlare, Natalina, non è stata sentita. La cosa era a conoscenza di noi tutti da anni: erano queste le carte impolverate portate in Procura dal Vaticano? Così è stata fatta vera macelleria, la dignità umana è stata davvero calpestata", lamenta Laura Sgrò.
"Quando ho visto il servizio di ieri ho pensato subito: che carogne! - insiste Pietro -. Vi ho visto la volontà di scaricare qualsiasi cosa dal Vaticano sulla famiglia. E senza sentire noi: solo quella lettera del sacerdote, che tra l'altro riferiva di cose ascoltate in confessione, quindi già con un errore di base.
Da chi ha tirato fuori la cosa, e il servizio parlava dei procuratori Lo Voi e Diddi, mi aspetto una dichiarazione.
Altrimenti bisogna pensare che il Vaticano sta cercando il modo di scaricare ogni responsabilità su altri, in particolare sulla famiglia".
Pietro Orlandi lancia anche un vero e proprio appello perché passi la Commissione parlamentare d'inchiesta:
"Il Vaticano le ultime briciole di dignità le ha calpestate ieri. Non pensavo che sarebbero scesi così in basso. Spero proprio che papa Francesco prenda dei provvedimenti. E spero che la Commissione passi perché il Vaticano non potrà controllare tutti i parlamentari che ne fanno parte". L'avv. Sgrò sottolinea che la Commissione ha la facoltà di indagare anche su reati prescritti, quindi su un caso di 40 anni fa "può fare tantissimo".
Intanto la famiglia dello zio, Mario Meneguzzi annuncia azioni legali, 'su di lui insinuazioni gravi' dichiarando che l'uomo ha avuto una vita "specchiata" con una forte "impronta religiosa, sia in ambito familiare che lavorativo".
Fanno quadrato e respingono le "insinuazioni" che definiscono "false, infondate e di portata diffamatoria" tanto da avere dato mandato al loro legale di prendere in esame quanto diffuso, al fine di verificare eventuali profili di illecito per offesa alla memoria di Mario e di agire di conseguenza per la tutela della sua immagine".
Lucia Orlandi, moglie di Meneguzzi, morto nel 2009, e i figli Giorgio e Monica, rompono il silenzio e pongono una serie di paletti su quanto emerso in questi ultimi giorni.
"In questi giorni - affermano - sono apparse ricostruzioni giornalistiche nelle quali sono state fatte allusioni più o meno esplicite sulla figura di Mario, paventando una sua dubbia moralità e, addirittura, un possibile coinvolgimento nella scomparsa della povera Emanuela. Si è tentato persino di mettere in relazione la sua immagine con quella di un identikit relativo ad una persona che sarebbe stata vista con lei il giorno della scomparsa. La gravità delle insinuazioni - sostengono - pari solo alla loro falsità, infondatezza e portata diffamatoria, ci impone di uscire da quel riserbo che ha contraddistinto il nostro operato e il nostro stile di vita".
Fonte foto: Foto diJEROME CLARYSSEdaPixabay e Commons
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