Tu sei qui: AttualitàCgia di Mestre, Stato spende per spesa pubblica più di 5 Pnrr
Inserito da (Redazione Nazionale), lunedì 4 dicembre 2023 18:22:31
di Norman di Lieto
Si parla molto di Pnrr, e anche giustamente, dato che rappresenta un importante modalità di ridurre il gap in molti settori del nostro Paese: avevamo scritto dell'importanza di utilizzare i fondi per incrementare i numeri degli asili nido per migliorare contestualmente l'occupazione femminile (meglio se di qualità).
Ma non c'è solo il tema degli asili nido con il Pnrr diversi sono i settori come la Sanità, la scuola, l'Università e molti altri ancora che potrebbero - se ben investiti - migliorare la situazione in molti comparti del nostro Paese.
Ciò che non viene sottolineato abbastanza, e questo viene rimarcato anche dalla Cgia di Mestre, è come il nostro Paese tra pensioni, stipendi, consumi intermedi, sanità, assistenza, etc., ogni anno registra una spesa pubblica superiore di oltre cinque volte il Pnrr.
Sono cifre monstre che nel 2023 secondo l'Ufficio Studi mestrino nel 2023 le uscite dello Stato supereranno, in termini assoluti, i 1000 miliardi di euro.
Mentre il Pnrr - tra il 2021 e la metà del 2026 ci permetterà di investire poco più di 194 miliardi:
secondo l'associazione, se i soldi del Pnrr dovranno essere investiti in opere, infrastrutture, aiuti e servizi da ultimare entro due anni e mezzo, alle singole voci che compongono la spesa pubblica sono destinate annualmente delle risorse economiche complessivamente cinque volte superiori, alle quali, però, non viene riservata la stessa oculatezza.
Senza dimenticare come le politiche di spending review realizzate in questi ultimi 10 anni, siano state un autentico fallimento.
Tornando alla spesa pubblica italiana, la componente più importante è quella di parte corrente (costituita dal pagamento delle pensioni, delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, dalla sanità, etc.), che incide, al netto degli interessi sul debito, attorno al 90 per cento circa della spesa totale.
Le pensioni sono la voce più onerosa con 317,5 miliardi di euro, poi ci sono le uscite relative al personale con 188,7 miliardi, i consumi intermedi con 170,8 miliardi, la sanità con 134,7 miliardi e l'assistenza e le misure di sostegno al reddito con 106,5 miliardi.
Quest'anno il costo per ripagare il debito ammonta a 78,4 miliardi di euro.
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