Tu sei qui: Attualità"È in corso un genocidio": ANPI Costiera Amalfitana e CGIL contro la guerra a Gaza
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), venerdì 19 settembre 2025 07:27:38
Anche la sezione ANPI Costiera Amalfitana prende posizione sul conflitto in Medio Oriente, esprimendo forte preoccupazione per la situazione a Gaza e criticando l'inerzia della comunità internazionale. In un comunicato, l'associazione richiama l'attenzione sulle recenti conclusioni di una commissione delle Nazioni Unite, sulle prime sanzioni discusse dall'Unione Europea nei confronti di Israele e, soprattutto, sull'assenza di una presa di posizione chiara da parte del governo italiano.
L'ANPI invita soci e simpatizzanti a prendere parte alle iniziative di mobilitazione nazionale indette dalla CGIL previste per oggi, venerdì 19 settembre, ribadendo il sostegno al riconoscimento dello Stato di Palestina e alla cessazione delle violenze:
"Appena 2 giorni fa la Commissione ONU a ciò istituita ha accertato che a Gaza è in corso un genocidio! Solo ieri, con colpevole e complice ritardo, la UE ha iniziato a proporre deboli sanzioni ad Israele. Il governo italiano ancora non esprime una condanna netta del governo israeliano, né riconosce come fatto da 141 Paesi lo Stato di Palestina. La CGIL ha proclamato un'iniziativa di protesta nazionale accompagnata da scioperi articolati. La sezione ANPI Costiera Amalfitana invita i suoi soci e simpatizzanti a partecipare attivamente a tutte le iniziative finalizzate a fermare il genocidio ed a condannare Israele per una Palestina libera ed indipendente".
"È necessario fermare ogni intervento militare - dichiara la CGIL motivando la mobilitazione nazionale - nella Striscia, garantire corridoi umanitari, mettere in sicurezza la popolazione civile, sostenere e garantire la sicurezza di tutte le missioni umanitarie in corso, compresa la Global Sumud Flotilla, come priorità immediate. Chiediamo che venga sospeso ogni accordo di cooperazione commerciale e militare con Israele finché non si ferma la guerra a Gaza e l'occupazione della Cisgiordania. È necessario mettere in campo azioni concrete per rimuovere l'embargo umanitario e riconoscere lo stato di Palestina. I governi e le istituzioni internazionali si adoperino immediatamente per fermare ciò che sta accadendo, fino ad arrivare alla convocazione di una conferenza di Pace sotto egida ONU. Il massacro e la deportazione del popolo palestinese vanno fermati.La logica della forza e del riarmo è un pericolo vero per i diritti e la democrazia in tutto il mondo".
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