Tu sei qui: AttualitàNatalità, convegno AdnKronos sul tema. Meloni: "Superare inverno demografico"
Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 27 giugno 2023 23:05:42
di Norman di Lieto
La fotografia del nostro Paese fatta dall'ISTAT continua a non essere delle migliori, è quanto emerge dalla pubblicazione 'Noi Italia':
- L'Italia è un paese di vecchi: 187 anziani per 100 giovani (uno dei più vecchi dell'Unione europea).
Il problema non è quantitativo ma qualitativo: i vecchi nel 2050 raggiungeranno il 35%: il problema demografico in Italia è legato al calo della natalità in combinazione con l'aumento della speranza di vita.
Anche sulla base di questi dati, l'agenzia di stampa AdnKronos ha organizzato un convegno a Roma presso il Palazzo dell'Informazione dal titolo emblematico: "Demografica".
Diversi i partecipanti mentre la premier Giorgia Meloni ha lasciato un messaggio ai presenti su un tema tanto importante per il futuro del nostro Paese:
"Vincere l'inverno demografico, ci ha ricordato Papa Francesco, significa combattere qualcosa che va 'contro le nostre famiglie, contro la nostra Patria, e anche contro il nostro futuro'. Questa è la nostra sfida. Una sfida ambiziosa, ma che non abbiamo paura di affrontare: Governo c'è ed è pronto a fare la sua parte".
Un convegno quello organizzato da AdnKronos che tocca un nervo vivo, scoperto per il nostro Paese che è proprio quello della (de)natalità per questo la premier ha ringraziato esplicitamente l'agenzia di stampa per aver lanciato questa iniziativa a Palazzo dell'Informazione:
"Desidero ringraziare l'Adnkronos per aver voluto organizzare questa iniziativa e aver scelto di dar vita ad un nuovo progetto editoriale e informativo interamente dedicato alla famiglia e alla natalità, due temi che stanno particolare alla sottoscritta e all'intero Governo. Anche per questo sono davvero dispiaciuta di non essere riuscita a partecipare in presenza, ma ci tenevo ad inviarvi il mio contributo e le mie riflessioni. Ringrazio e saluto chi oggi rappresenterà autorevolmente l'Esecutivo: il Ministro Calderone, il Viceministro Leo e il Sottosegretario Gemmato".
Uno degli interventi più attesi era quello di Linda Laura Sabbadini, direttore centrale Istat che ha dichiarato:
"Quella di oggi è un'iniziativa molto stimolante per un tema rilevante. La questione demografica è diventata problema strutturale che si aggiunge a tanti altri che il Paese ha. Esiste da tanti anni ma il Paese non se ne è accorto. Non se ne è accorto chi lo ha guidato in questi anni.
In trent'anni, dal 2020 al 2050 la popolazione anziana aumenterà di 12 punti, e passerà dal 12 al 35 per cento, mentre la popolazione in età lavorativa diminuirà di 10 punti.
Nei prossimi 30 anni la popolazione in età lavorativa diminuirà di 9 milioni, mentre in assoluto nel 2050 la popolazione italiana scenderà a 54,2 milioni di persone. "Negli anni sessanta - ha ricordato Sabbadini - (in pieno baby boom) eravamo sopra il milione di nuovi nati, oggi siamo sotto i 400.000. Un livello che l'Italia aveva nel 1.500 quando però la popolazione compressiva era tre quarti dell'attuale.
Il problema è grave e non si risolve con le campagne, ma servono misure a sostegno dei giovani e che diano fiducia ai giovani" ha detto Sabbadini.
Che ha proseguito:
"La Francia stava come noi ma si è dotata di diverse politiche. Il risultato è che oggi si trova con 7 milioni di giovani in più di noi. Quindi non era segnato il destino del nostro Paese ma è dipeso da come la politica si è rapportata.
Ci sono due emergenze che non sono mai state affrontate dal nostro Paese: primo non ci sono state politiche per lo sviluppo dell'occupazione femminile. Ma se anche noi risolvessimo il problema della fecondità bassa del Paese questo risolverebbe il nodo strutturale della carenza di popolazione in età lavorativa?
Assolutamente no. Quindi il secondo problema da affrontare è che serve in parallelo far aumentare da subito la popolazione in età lavorativa", ha concluso.
Alessandro Rosina, ordinario di Demografia e statistica sociale all'università Cattolica, ha invece dichiarato:
"Non possiamo continuare a parlare delle conseguenze dei cambiamenti demografici solo come invecchiamento della popolazione. Si riducono infatti i giovani, unica volta nella storia dell'umanità. Non si era mai visto. Non può essere trascurato che abbiamo molti meno giovani rispetto a quanto da sempre si sono avuti per generare crescita e ricchezza nel Paese. Abbiamo il degiovanimento che è un processo nuovo, accentuato che riduce la componente del giovani, che oggi è il 27%. L'Italia ha lasciato che le cose andassero così, non ha avuto una strategia vera per fronteggiare gli squilibri demografici e se non ci saranno interventi il rischio è che questi squilibri demografici vadano a vincolare i nostri percorsi di sviluppo nei prossimi decenni".
Non si può pensare che la denatalità sia stato un fenomeno fine a se stesso senza contare che spesso il nostro Paese non ha sostenuto ed incentivato politiche volte ad evitare questo tracollo delle nascite.
Fonte foto: Foto diVirvoreanu LaurentiudaPixabay e Foto diErikaWittliebdaPixabay
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