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Tu sei qui: AttualitàPeste suina, scoperto primo caso a Roma. Coldiretti: «A rischio 50mila maiali»
Scritto da (Redazione Costa d'Amalfi), lunedì 9 maggio 2022 10:49:57
Ultimo aggiornamento lunedì 9 maggio 2022 10:49:57
A Roma, nei giorni scorsi, è stato scoperto il primo caso di peste suina africana su un cinghiale al parco dell'Insugherata, il primo fuori dalle regioni Liguria e in Piemonte dove nella zona infetta sono stati fino ad ora individuati 113 casi dal primo contagio del 27 dicembre 2021. Mentre sono in corso accertamenti, il ministro Roberto Speranza ha delegato il sottosegretario Andrea Costa alla trattazione e alla gestione dell'emergenza della peste suina africana.
«Questo ruolo - spiega Costa - mi consentirà di monitorare la realizzazione di attività di contenimento ed eradicazione della malattia nei cinghiali e di promuovere azioni di prevenzione della sua diffusione nei suini di allevamento. Con il Commissario Straordinario Angelo Ferrari siamo già al lavoro per contenere la diffusione del virus, grazie anche al contributo dei nostri Istituti zooprofilattici sperimentali».
Secondo Coldiretti, sono quasi cinquantamila i maiali allevati nel Lazio a rischio per la peste suina africana (Psa) che è spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Una emergenza nazionale con l'adozione nelle zone interessate - sottolinea la Coldiretti - sono state adottate misure di biosicurezza con abbattimenti cautelativi di maiali, contenimento e monitoraggio dei cinghiali presenti, vincoli al trasporto di animali, limitazione alle attività nei boschi e vincoli alle esportazioni che da gennaio 2022 ha portato alla perdita di circa 20 milioni di euro al mese di export di salumi
A preoccupare è il fatto - sottolinea la Coldiretti - che solo a Roma e provincia si stima la presenza di 20mila cinghiali che rappresentano un veicolo pericoloso di trasmissione della malattia ed è pertanto importante l'avvenuta attivazione del monitoraggio nella zona interessata.
Una proliferazione che riguarda in realtà tutta la Penisola dove sono presenti secondo la Coldiretti 2,3 milioni di esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini e per le attività agricole. I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti stradali gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.
«Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato di contenimento della popolazione dei cinghiali" chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare "la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l'articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché - precisa Prandini - è mancata l'azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali».
Con il caso di Roma dopo quelli individuati in Piemonte ed in Liguria c' è il rischio concreto che l'emergenza si allarghi ad altre regioni, dall'Umbria alla Lombardia, dall'Emilia al Veneto dove si concentrano i prodotti di pregio della norcineria nazionale che è un settore di punta dell'agroalimentare made in Italy grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi, buona parte del quale realizzato proprio sui mercati esteri.
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