Tu sei qui: AttualitàSocial e Green, non tutto è da buttare
Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 26 dicembre 2023 15:47:12
Si è discusso moltissimo sul caso Ferragni / Balocco mentre si sta correndo anche un rischio reale: pensare che tutta la beneficenza sia 'cattiva' o quantomeno, poco trasparente.
In molti hanno parlato delle pratiche di green washing e social washing.
Ma di che cosa si tratta quando utilizziamo questi termini?
Con il suffisso washing, dal verbo inglese to wash - lavare, si trova ormai di tutto e di più: green washing ambientale, pink washing sul femminile, rainbow washing per Lgbt, cancer e medical washing sulle malattie: tutti questi neologismi spesso rinviano ad una pratica di marketing, una strategia vera e propria per indurre i consumatori a comprare qualcosa attirandoli su temi sensibili e al tempo stesso è una tecnica delle aziende per schierarsi accanto a battaglie di interesse sociale. utilizzandola però solo come pure facciata.
Bastano le certificazioni di cui le aziende si avvalgono per 'fidarsi' di loro?
Attenzione: per ottenere certificazioni bisogna superare step importanti, senza dimenticare che oggi i consumatori sono sempre più informati e consapevoli, in grado di influenzare o addirittura far cambiare strategie alle aziende.
Perché esercitano il loro potere di acquisto.
Con "social washing" abbiamo un termine che può essere applicato anche al contesto della beneficenza o delle iniziative sociali.
Il social washing si verifica quando un'azienda o un'organizzazione usa attività di beneficenza o iniziative sociali per migliorare la propria immagine pubblica senza affrontare realmente le questioni sociali sottostanti o senza apportare cambiamenti sostanziali nella propria attività principale.
Con "green washing" intendiamo, invece, nell'era della transizione ecologica, si riferisce a una pratica attraverso la quale un'azienda o un'organizzazione comunica messaggi o adotta strategie che fanno apparire i propri prodotti o attività come più ecologici o sostenibili di quanto realmente siano, provando cos' a creare un'immagine positiva e "green" senza un reale impegno o impatto ambientale positivo.
Ora, scritto questo, è importante che molte iniziative benefiche, spesso legate anche a molte imprese del Terzo Settore non rischino di finire tutte nello stesso calderone che fa dire al pubblico, semplicemente:
"Non mi fido, sono tutti uguali".
Sono molte, e la maggior parte serie ed integerrime, le associazioni del Terzo settore che si muovono in assoluta trasparenza secondo codici etici molto rigidi e che hanno contribuito a migliorare e/o a perorare cause che non sempre hanno ottenuto supporto dallo stesso Stato.
Critici, attenti, sì.
Buttare via il bambino con l'acqua sporca, no.
Il rischio, quando un caso come quello che ha toccato Ferragni con Balocco, di fare di tutta un'erba un fascio, c'è.
Evitiamo che ciò accada: possiamo essere osservatori attenti, scrupolosi e profondamente critici quando manca la trasparenza.
In altri casi, quando associazioni si muovono senza zone d'ombra e alcun tipo di opacità è giusto riconoscergli i meriti delle azioni benefiche intraprese.
Foto di Alexa da Pixabay e Foto di Charles Nambasi da Pixabay
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