Tu sei qui: ChiesaCaso Orlandi, Vaticano in difesa della memoria di Giovanni Paolo II
Inserito da (Redazione Nazionale), sabato 15 aprile 2023 22:56:28
Muro contro muro tra il Vaticano e Pietro Orlandi che con il suo legale Laura Sgrò sono giunti ormai irrimediabilmente verso uno scontro aperto.
Sono state le stesse dichiarazioni di Pietro Orlandi a 'smuovere' le acque con i media vaticani che dopo un silenzio iniziale, si sono schierati a spada tratta in difesa della memoria del Papa santo, Giovanni Paolo II.
Troppe le illazioni, i sospetti e le accuse infamanti contro il pontefice polacco: oggi sul quotidiano cattolico: "Avvenire" è stata pubblicata una lettera di Padre Maurizio Patriciello in cui invitava Pietro Orlandi a non arrivare a diffondere illazioni (su Papa Giovanni Paolo II, NdR) pur avendo il diritto alla verità per la scomparsa della sorella.
"Io voglio la verità, qualsiasi essa sia. Le insinuazioni, no, non so che farmene. Mi ha fatto male sentirti dire di aver ascoltato che "Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi" aggiungendo, di tuo "che non andava certo a benedire le case". Che uscisse di sera Giovanni Paolo II non mi meraviglia affatto. Che continui a farlo papa Francesco, ancora di meno. Il Papa non è prigioniero in Vaticano. Se, però, non sai dove andasse, devi tacere.
Il diritto alla verità non dà a nessuno - nemmeno a te - il diritto all'illazione ambigua, soprattutto quando tocchi un gigante dell'umanità, riconosciuto santo dalla Chiesa".
E' stata una convulsa giornata quella iniziata oggi con un incontro-lampo col promotore di giustizia Alessandro Diddi e l'applicato Gianluca Perone della legale della famiglia, avvocato Laura Sgrò, convocata come "persona informata dei fatti" per riferire l'origine delle informazioni depositate e riferite da Pietro nel lungo colloquio col magistrato di martedì scorso.
Ma la legale ha scelto di opporre il segreto professionale.
Non l'avesse mai fatto, dal momento che, dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle pesanti frasi di Orlandi su Karol Wojtyla, i media vaticani - prima Vatican News e poi l'Osservatore Romano - hanno gridato ancora più polemicamente che sulle accuse al Papa polacco "Pietro Orlandi e l'avvocato Sgrò si rifiutano di fare nomi".
Optando per il segreto professionale, secondo i media della Santa Sede, la legale della famiglia Orlandi "si è rifiutata di riferire da chi lei e Pietro Orlandi abbiano raccolto le 'voci' sulle presunte abitudini di Papa Wojtyla che, secondo quanto raccontato dal fratello di Emanuela durante la trasmissione Di martedì, 'la sera se ne usciva con due suoi amici monsignori polacchi" e "non andava certo a benedire le case'. Parole che Pietro Orlandi ha pronunciato in diretta su La7 la sera dell'11 aprile.
Immediata e stizzita, via Facebook, la reazione di Pietro Orlandi: "Ma sono impazziti, ma cos'è questo gioco sporco? Ma chi si rifiuta di fare i nomi? Ma se gli abbiamo dato una lunga lista di nomi, ma perché ? Altro che strumentalizzare le parole, qui in questo titolo c'è il peggio del peggio. Ma come, sono andato in primis a verbalizzare proprio per fare i nomi, tra gli altri, riguardo i famosi messaggi whatsapp affinché fossero convocati e interrogati e ora hanno il coraggio di dire che non ho fatto nomi?", e giù di questo tono.
Poi, più circostanziata e formale, ma ugualmente molto dura, una lettera dell'avv. Sgrò al prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini, al direttore editoriale Andrea Tornielli e al direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni, in cui la legale sostiene senza mezzi termini che "attaccare il segreto professionale è attaccare la libertà e la ricerca indipendente della verità. Tale attacco è ciò che avete fatto oggi".
La storia continua, alla ricerca (ancora) della verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.
Fonte foto: e Flickr.com
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