Tu sei qui: CronacaAgerola riflette su «La Corruzione 2.0»: educare alla legalità per cambiare il futuro
Inserito da (Admin), sabato 14 dicembre 2024 16:56:08
Agerola - 13 dicembre 2024. "Segui il denaro." La celebre frase di Giovanni Falcone risuona ancora come guida per individuare i sodalizi criminali e arginare la corruzione. Ma oggi, nell'era della digitalizzazione e delle nuove normative, il fenomeno resta una minaccia per la società e le istituzioni. È questo il tema affrontato ieri sera nel corso del dibattito «La Corruzione 2.0», tenutosi nella Sala Conference del Campus Principe di Napoli ad Agerola.
La serata, organizzata dal Comune di Agerola con il supporto di associazioni come Libera e LegalmenteItalia, ha visto la partecipazione di figure di spicco impegnate nella lotta alla corruzione. Dopo i saluti del sindaco Tommaso Naclerio, la discussione è stata moderata dal giornalista de Il MattinoMario Amodio, che ha dato il via a un confronto ricco di spunti e riflessioni.
Tra i relatori, l'avvocato Vincenzo Zurlo, autore di libri come Mamma Camorra e Oltre la trattativa, ha raccontato il lato umano e drammatico delle sue esperienze, riportando storie di donne legate alla camorra e svelando i retroscena delle trattative con la criminalità organizzata. Don Ciro Cozzolino, presidente del presidio Libera di Torre Annunziata, ha sottolineato l'importanza del lavoro nei territori più difficili, dove il potere criminale influenza ancora pesantemente la quotidianità. Annamaria Torre, figlia dell'ex sindaco di Pagani Marcello Torre, ucciso dalla camorra, ha offerto una testimonianza toccante sul prezzo della legalità, ricordando il coraggio di chi sceglie di opporsi alla mafia.
Al centro del dibattito, il colonnello dei Carabinieri Claudio Mazzarese Fardella Mungivera, vice comandante della Legione Carabinieri Campania e autore del libro Il virus della corruzione, ha analizzato i meccanismi corruttivi e le loro conseguenze. "La corruzione sottrae risorse al bene comune, scoraggia investimenti e alimenta disuguaglianze. Il suo effetto più devastante, però, è la rassegnazione: i cittadini smettono di credere nel cambiamento", ha affermato Mungivera, sottolineando che la soluzione non può limitarsi a leggi e sanzioni. Per lui, la risposta passa attraverso la ricostruzione di un'etica condivisa, un impegno collettivo che coinvolga scuole, amministrazioni e società civile.
Non sono mancati riferimenti ai comportamenti quotidiani che, pur sembrando innocui, alimentano la mentalità corruttiva: piccoli favori, mancanza di trasparenza e scorciatoie. Secondo i relatori, è fondamentale promuovere l'educazione alla legalità già nelle scuole per formare cittadini consapevoli e responsabili.
L'incontro si è chiuso con un appello corale a rafforzare i meccanismi di controllo e a promuovere una cultura della trasparenza, elementi indispensabili per contrastare un fenomeno che non riguarda solo il crimine organizzato, ma penetra anche nelle strutture della pubblica amministrazione. Come ha concluso il colonnello Mungivera: "La lotta alla corruzione non è solo una questione di norme, ma di valori: occorre rimettere al centro l'interesse collettivo".
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