Tu sei qui: CronacaIncidente sul lavoro a Meina, geometra 56enne muore schiacciato da un macchinario
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), mercoledì 3 luglio 2024 08:12:37
Un geometra di 56 anni, Carlo Maletta di Cercino (Sondrio), è deceduto ieri mattina, martedì 2 luglio, in seguito a un incidente sul lavoro avvenuto in un cantiere ferroviario a Meina, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore.
Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo sarebbe stato schiacciato da un macchinario che stava uscendo da una galleria.
Il cantiere si trova all'ingresso nord della galleria che sottopassa Villa Faraggiana. Nonostante l'intervento tempestivo dei soccorsi del 118, per il geometra non c'è stato nulla da fare.
Maletta faceva parte di una ditta appaltatrice che sta svolgendo lavori per conto di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) sulla tratta Domodossola-Arona-Milano.
«Rete Ferroviaria Italiana esprime il proprio cordoglio e la vicinanza ai familiari dell'operaio di una ditta appaltatrice, deceduto su un'area di lavoro lungo la linea ferroviaria Milano-Domodossola», si legge in una nota Rfi a proposito dell'incidente. «La dinamica di quanto accaduto è al vaglio delle competenti autorità alle quali Rfi sta offrendo la più ampia collaborazione - conclude la nota - verifiche in corsa anche da parte di Rfi».
«Di lavoro non si può morire», dicono Cgil Novara Vco, la Fillea Cgil Novara Vco e la Filt Cgil Novara Vco: «Un anno dopo la tragedia di Brandizzo (dove il 30 agosto scorso morirono 5 operai, ndr) ci troviamo nuovamente a piangere per una morte su un binario. Rimanendo in attesa di avere maggiori informazioni rispetto a quanto accaduto, trasformiamo il dolore in quell'impegno quotidiano che esercitiamo attraverso manifestazioni, scioperi e nella recente campagna referendaria: perché di lavoro non si può morire. Occorre che lo sdegno che animerà quanti verranno a conoscenza dell'accaduto venga trasformato in senso di responsabilità da parte di tutti (lavoratori, imprese e istituzioni) per il rispetto delle norme volto a impedire quelle che impropriamente vengono chiamate morti bianche».
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