Tu sei qui: CronacaMigranti senza cibo né assistenza: cinque indagati e sequestro da 720mila euro: blitz tra Salerno e Toscana
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), mercoledì 1 ottobre 2025 09:59:12
Nella mattinata del 10 ottobre 2025, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Firenze, con il supporto del Comando Provinciale di Salerno, hanno eseguito un'ordinanza cautelare nei confronti di cinque indagati e un sequestro preventivo di beni nei confronti di una società operante nel settore dell'accoglienza migranti, con sede legale in provincia di Salerno.
Le accuse formulate dalla Procura per i Minorenni e supportate dal Gip riguardano, a vario titolo, concussione ai danni di richiedenti asilo, frodi nelle pubbliche forniture, truffa aggravata allo Stato e false attestazioni in atti pubblici. Tra le misure disposte:
1 misura custodiale in carcere
4 arresti domiciliari
Sequestro preventivo pari a oltre 720.579,87 euro, ritenuto profitto illecito dell'attività della società
Le indagini hanno preso avvio nel dicembre 2023, quando in collaborazione con il Comando Provinciale Carabinieri di Pistoia gli investigatori effettuarono un'accesso ispettivo presso un centro di accoglienza per richiedenti asilo nel Pistoiese (denominato "ex Hotel Giardini"), dove erano state segnalate gravi irregolarità igienico‑sanitarie.
Durante l'ispezione, emergono condizioni estreme: sporcizia diffusa, muffe, liquami, ambienti non sicuri, mancanza di riscaldamento e acqua calda, e altri disservizi che mettevano a rischio la salute degli ospiti.
Le testimonianze raccolte dai migranti descrivono una gestione «abbandonica»: mancata erogazione del "pocket money", assenza di supporti linguistici e legali, nessuna assistenza psicologica o sanitaria come da convenzione. Inoltre, è emerso che le fatture presentate alla Prefettura erano duplicative fra più enti territoriali, così da ottenere rimborsi multipli.
La società coinvolta gestiva diversi centri d'accoglienza su tutto il territorio nazionale, e anche in altre strutture emergono analoghe anomalie: disservizi alimentari, condizioni igienico-sanitarie precarie, resistenza alle richieste degli ospiti e minacce per ottenere firmare registri che attestavano prestazioni in realtà non erogate.
L'operato della società, secondo gli inquirenti, era guidato da un chiaro intento lucrativo, a danno non solo della collettività ma dei diritti fondamentali degli ospiti.
Il sequestro patrimoniale e le misure restrittive sono state adottate nella fase delle indagini preliminari: gli indagati restano presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
(foto di repertorio)
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