Tu sei qui: CronacaOttaviano, gruppo di minorenni aggredisce giovane disabile
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), mercoledì 27 agosto 2025 07:34:58
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda indignazione per l'aggressione subita dal giovane Lorenzo a Ottaviano. Un ragazzo di diciannove anni, reso vulnerabile da due malattie genetiche, è stato colpito dalla violenza di un branco di minorenni, che non si sono fermati neppure davanti alla sua fragilità, arrivando a sfogare la propria brutalità su un palo della segnaletica per disabili, divelto come trofeo.
"Non si tratta di un episodio isolato, ma del sintomo di una crisi educativa e sociale che non possiamo più ignorare. - si legge nella nota del prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU - Le parole della madre, "non è possibile che non si possa uscire di casa", esprimono il dolore di chi vede negato al proprio figlio il diritto alla libertà e alla normalità. Ma quelle parole interrogano anche la scuola, chiamata più che mai a non rimanere in silenzio di fronte a una simile deriva culturale. La scuola è il primo presidio civile, il luogo in cui i giovani dovrebbero imparare non soltanto nozioni, ma soprattutto il senso profondo della convivenza, della legalità, del rispetto.
Se ciò non avviene, se la violenza continua a esplodere nelle strade, è segno che qualcosa si è interrotto nel percorso educativo. Per questo è urgente un potenziamento reale e incisivo dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva, non come materia accessoria o rituale formale, ma come pratica quotidiana che attraversi le discipline, i progetti, la vita scolastica stessa. Una scuola che non educa al rispetto dei diritti umani rischia di diventare complice silenziosa dell'indifferenza sociale.
Il CNDDU ribadisce che la risposta a episodi come quello di Ottaviano non può esaurirsi nell'indignazione del momento: occorre trasformare la scuola in un laboratorio permanente di cittadinanza, in cui si coltivano anticorpi contro la cultura dell'odio e della sopraffazione. Difendere Lorenzo significa difendere il senso stesso della comunità, e questo compito riguarda in primo luogo le istituzioni educative, chiamate a farsi voce di una società più giusta, inclusiva e solidale.
Solo un'azione educativa diffusa e capillare potrà spezzare il circolo vizioso della violenza gratuita e della sopraffazione. I giovani devono poter crescere in ambienti scolastici che insegnino non soltanto a conoscere, ma a riconoscere l'altro come parte essenziale di sé. Non basta riempire le aule di programmi: serve trasmettere valori, offrire esempi, creare legami autentici che vadano oltre la retorica. In questo senso, ogni docente, ogni dirigente, ogni studente diventa protagonista di un cambiamento necessario. L'aggressione subita da Lorenzo non è un fatto privato, ma un banco di prova per l'intera società: se sapremo trasformare l'indignazione in azione educativa, allora potremo davvero dire di avere difeso la dignità della persona e il futuro delle nuove generazioni".
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