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Tu sei qui: Cronaca, Notizie, LifestyleCovid-19, l’esperienza di un maiorese in Germania: «Ecco perché qui si gestisce la pandemia meglio che in Italia»
Scritto da (Maria Abate), mercoledì 4 agosto 2021 16:16:05
Ultimo aggiornamento mercoledì 4 agosto 2021 16:26:17
In Germania l'incidenza del Covid-19 sta aumentando da tre settimane e il 10 agosto è prevista una conferenza tra la cancelliera Angela Merkel e i ministri-presidenti dei Laender per decidere le eventuali nuove misure da prendere.
Nel frattempo, però, un ragazzo originario di Maiori, Alfonso Mansi, che vive in Germania, ha voluto raccontarci il clima che si respira oltralpe.
Alfonso ci racconta di una gestione della pandemia meno "allarmistica" rispetto a quella che si osserva in Italia, a partire dal "comportamento" dei mass media: «Qui non esiste - ci dice - il bombardamento mediatico di programmi tv e telegiornali, tant'è che ancora non si sente parlare della variante Delta».
Ne deriva che «le persone tra di loro non hanno come unico argomento di vita il Covid, anzi provano a convivere con il virus e con le regole che ci sono, come se ormai fosse una cosa normale».
Altra differenza è la campagna vaccinale, che - ci spiega Alfonso - «ha fatto pressione solo sulle fasce deboli, ovvero con gli individui dai 40 anni in su, che vengono continuamente convocati ed esortati al vaccino attraverso e-mail, SMS e lettere a casa».
Ai giovani, racconta Alfonso, «è stata lasciata la piena libertà, in quanto uno studio tedesco ha confermato che negli individui sani al di sotto dei 30 anni la mortalità per Covid è pressoché insignificante».
Addirittura, chi preferisce non vaccinarsi ha diritto a 2 test antigenici gratuiti alla settimana che si prenotano attraverso un'app e vengono somministrati nelle farmacie e nei test center. Un modo, questo, per consentire la fruizione di ogni attività che preveda assembramenti in sicurezza.
Per questo motivo, osserva Alfonso, «qui non esistono schieramenti di vaccinati e non, in quanto viene lasciata la piena libertà al cittadino di vaccinarsi oppure no. Inoltre, per chi lavora, va a scuola o fa sport di gruppo, vengono forniti sempre gratuitamente due kit antigenici rapidi a settimana».
In merito a ciò, il giornale Bild ha anticipato che il governo smetterà di pagare per i test nel momento in cui tutti avranno avuto l'opportunità di vaccinarsi con due dosi di vaccino, cioè a fine settembre o inizio ottobre.
Ma ad ogni modo, ci svela Alfonso, comprare un test rapido in Germania non è così costoso: «Un Familiae pack da 5 test costa 3,50 € circa, mentre il singolo costa 1 euro e 80 più o meno».
«Sia chiaro - precisa Alfonso - non è una gara a chi fa meglio. Vorrei solo proporre un punto di vista diverso, avendo avuto modo di confrontare due diversi approcci. Il nostro governo crede di possedere la verità assoluta sulla gestione del Covid da più di un anno ormai, mentre in altre nazioni si affronta lo stesso problema in modo molto più sicuro e più democratico».
«Va bene prendersi cura dei propri cittadini con scrupolo, però l'imposizione di tanti limiti è spesso vista dai cittadini come una reale privazione della libertà e innesca conseguenze a volte anche pericolose. Sarebbe meglio, come accade qui in Germania, cercare di far capire le cose in modo da rendere i cittadini consapevoli sui rischi del Covid, ma non terrorizzarli o spingerli a eccessi di leggerezza. Con responsabilità, bisogna ricominciare a vivere e guardare al futuro!», chiosa Alfonso, che ringraziamo per la sua testimonianza.
(Nella foto: Centro di Monaco, Centro di Bamberg e Giardini di Monaco)
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