Tu sei qui: CronacaTroppi costi per la riapertura e arriva la “Tassa Covid”. Il sovrapprezzo in scontrino fa infuriare il Codacons
Inserito da (Maria Abate), mercoledì 27 maggio 2020 20:45:46
Tra mille peripezie molte attività commerciali hanno riaperto in tutta Italia. Ma qualcuna, per recuperare le spese effettuate per la sanificazione o la riorganizzazione, ha istituito una "tassa Covid", inserita come sovrapprezzo nello scontrino.
Un vero e proprio balzello dai 2 ai 4 euro applicato dagli esercenti ai propri clienti per finanziare i maggiori costi sostenuti dagli esercizi commerciali a causa del coronavirus
Ma il Codacons, che riceve da giorni segnalazioni dei consumatori circa rincari e voci di spesa originali applicati dagli esercenti, non ci sta e alza la voce.
L'associazione parla di "un vero e proprio far west illegale che potrebbe configurare il reato di truffa".
"Numerosi consumatori hanno denunciato al Codacons un sovrapprezzo, mediamente dai 2 ai 4 euro, applicato in particolare da parrucchieri e centri estetici ai propri clienti - afferma il presidente Carlo Rienzi -, un contributo obbligatorio per sostenere le spese degli esercenti per sanificazione e messa in sicurezza dei locali".
"Abbiamo anche registrato - aggiunge Rienzi - casi di centri estetici che obbligano i clienti ad acquistare in loco un kit monouso costituito da kimono e ciabattine, alla modica cifra di 10 euro. Chi non versa tale 'tassa' e non acquista il kit, non può sottoporsi ai trattamenti, sempre per le esigenze legate al Covid".
Ma non è tutto. "In tutta Italia arrivano denunce da parte di cittadini che si sono visti imporre costi di sanificazione obbligatoria sulle auto, mediamente da 20 a 40 euro, totalmente ingiustificati e illegittimi - spiega l'associazione -. In sostanza, quando un automobilista porta la propria vettura presso un'officina per il tagliando periodico o per riparazioni o manutenzione, molti esercenti vincolano l'intervento ad una sanificazione obbligatoria dell'automobile, realizzata a costi che variano dai 20 ai 40 euro. A chi rifiuta di pagare tale balzello, l'officina nega le riparazioni o i tagliandi".
"Si tratta di una pratica del tutto illegale, e contro la quale presenteremo le dovute denunce ad Antitrust e Guardia di Finanza", afferma il presidente Carlo Rienzi.
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