Tu sei qui: CulturaMinistro Sangiuliano: "Dante è stato il fondatore del pensiero di destra in Italia"
Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 15 gennaio 2023 16:50:44
di Norman di Lieto
Polemiche, polemiche e ancora polemiche. Così le dichiarazioni di Gennaro Sangiuliano su Dante che lo hanno portato ad affermare (in maniera un pò temeraria) dal palco, davanti ai militanti del partito, in occasione dell'evento: "Pronti, candidati al via" organizzato da Fratelli d'Italia a Milano in vista delle prossime elezioni regionali in Lombardia:
"La destra ha cultura, una grandissima cultura: il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri per la visione dell'umano e delle relazioni internazionali e anche per la sua costruzione politica profonda".
Lo stesso ministro della Cultura rendendosi conto della 'potenza' della sua dichiarazione, sottolinea:
"Lo so, è un'affermazione forte".
Conscio del peso specifico di una dichiarazione di questo tipo, 'scomodando' addirittura Dante, le repliche non sono mancate a partire dall'Associazione degli italianisti che in una nota ha dichiarato:
"Scrittore di destra, anzi fondatore della cultura di destra, confligge con il ruolo stesso della cultura che non deve prestarsi a strumentalizzazioni politiche. Per noi che insegniamo letteratura italiana a scuola e all'università e che formiamo le nuove generazioni a una cittadinanza responsabile, lo sviluppo di un pensiero critico lontano da ogni condizionamento è il presupposto necessario sul quale si fonda il significato stesso del nostro lavoro".
Così ha risposto alle sollecitazioni, Silvia Tatti, professoressa ordinaria di Letteratura italiana presso l'Università "La Sapienza" di Roma, che ha diffuso un comunicato dal titolo "Dante di destra? 'Lungi fia dal becco l'erba!'" come presidente dell'Associazione degli Italianisti, l'organismo che riunisce i docenti universitari italiani che operano nell'ambito delle discipline afferenti agli studi dell'italianistica.
"Danten on è né di destra né di sinistra; il senso etico del lavoro intellettuale, l'esercizio virtuoso del potere e la libertà di pensiero sono i fondamenti della sua opera, che nasce proprio dal rifiuto di ogni strumentalizzazione - spiega la presidente dell'Associazione degli Italianisti - Lo scriveva lui stesso nelle parole del suo maestro Brunetto Latini che preannunciando al suo allievo, nel canto XV dell'Inferno, un destino glorioso, lo sottraeva a qualsiasi logica di parte e profetizzava 'che l'una parte e l'altra avranno fame / di te; ma lungi fia dal becco l'erba'.
Prosegue poi l'accademica:
"D'altronde Dante, il padre della patria, l'inventore della lingua italiana ha sempre suscitato tentativi di appropriazione proprio perché massimo interprete, dal Risorgimento in poi, della cultura nazionale - osserva Silvia Tatti - Ed è proprio sul significato e sulla funzione di una cultura nazionale che vale piuttosto la pena interrogarsi nuovamente oggi, in un mondo globalizzato e profondamente diverso dall'epoca risorgimentale, dal fascismo, dal dopo guerra; e questo a partire proprio dalla tradizione linguistica e letteraria italiana che ci aiuta a prendere coscienza della nostra storia per collocarci nel presente".
Fonte foto: Foto diMichaeldaPixabay e Pagina Facebook Gennaro Sangiuliano
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