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Tu sei qui: Economia e TurismoA ottobre è di nuovo emergenza consumi, l’allarme di Confcommercio: «Crisi colpisce in primo luogo filiera del turismo»
Scritto da (Maria Abate), martedì 17 novembre 2020 10:46:08
Ultimo aggiornamento martedì 17 novembre 2020 10:46:08
L'Indicatore Consumi Confcommercio scende dell'8,1% rispetto a settembre a causa del tonfo (-27,7%) della domanda relativa ai servizi. A novembre il Pil è visto in calo del 7,7% mensile e del 12,1 annuo.
Dopo la forte ripresa registrata nel terzo trimestre, a ottobre il riacutizzarsi della pandemia e le prime misure di contenimento hanno di nuovo deteriorato la situazione dell'economia. A farne le spese sono soprattutto i consumi: non a caso l'ICC calcolato dall'Ufficio Studi di Confcommercio scende dell'8,1% rispetto allo stesso mese del 2019 (era -5,1% a settembre), a causa soprattutto del tonfo del 27,7% dei servizi a fronte della sostanziale stabilità della domanda per i beni (+0,2%). Il rallentamento colpisce in primo luogo la filiera del turismo, dei servizi per il tempo libero ed i trasporti con riduzioni della domanda che si avvicinano a quelle registrate a marzo in occasione dello scoppio dell'emergenza coronavirus. Queste alcune percentuali di perdita secondo Confcommercio: -73,2% per i servizi ricreativi, -60% per gli alberghi, -38% per bar e ristoranti.
Nei primi 8 mesi del 2020, secondo quanto comunicato dall'OMT, Organizzazione mondiale del Turismo, si parla del 70% in meno. In Europa, durante l'estate, c'è stata una leggera ripresa ma è durata poco. Fino alla fine dell'anno la previsione è nera e si stima un calo del 70%, mentre la ripresa sicuramente non arriverà prima della fine del 2021. Un crollo che l'OMT imputa al modo lento in cui è stata gestita la pandemia e alla mancata risposta da parte dei Paesi.
Male anche il Pil, in rapido peggioramento: a novembre l'Ufficio Studi stima una riduzione del 7,7% mensile e del 12,1 annuo. A meno di un eccezionale, ma improbabile, recupero a dicembre, il calo congiunturale nel quarto trimestre dovrebbe essere superiore al 4%. Ciò non cambierebbe le attese per il risultato finale del 2020 Pil per il 2020 (tra -9% e -9,5%), grazie a un terzo trimestre decisamente più favorevole rispetto a quanto previsto, ma implicherebbero un'entrata ben peggiore nel 2021, facendo svanire le più ottimistiche previsioni di rimbalzo statistico per l'anno prossimo.
Per quanto riguarda i prezzi, infine, per novembre l'Ufficio Studi stima una diminuzione dello 0,1% in termini congiunturali e dello 0,2% nel confronto con lo stesso mese del 2019, confermando la deflazione in atto da maggio.
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