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Tu sei qui: Economia e TurismoCovid e lavoro, secondo il Censis gli italiani adorano lo smart working: «Migliorata conciliazione impegni e famiglia»
Scritto da (Maria Abate), venerdì 16 ottobre 2020 10:16:01
Ultimo aggiornamento venerdì 16 ottobre 2020 10:16:01
Dall'instant report Censis-Eudaimon "Lavorare durante e dopo il Covid-19: perché è importante il welfare aziendale", realizzato dal Censis in collaborazione con Eudaimon, leader nei servizi per il welfare aziendale, con il contributo di Credem, Edison e Michelin, emergono le considerazioni degli italiani in merito alla pandemia da Coronavirus.
Gli italiani d'accordo con l'obbligo della mascherina da indossare ovunque sono l'80% del totale (il dato sale all'86% tra le donne). Più favorevoli al Centro (85,6%) e al Sud (83,1%), meno al Nord-Ovest (78%) e al Nord-Est (71,6%). In particolare, tre lavoratori su quattro vogliono mascherine obbligatorie ovunque, anche in azienda, pena un'ammenda per i contravventori. Più favorevoli sono i dirigenti (84,2%) e i laureati (80,7%).
Molto meglio lavorare da casa. Il 24,4% degli occupati ha sperimentato forme di lavoro da remoto: il 34,8% tra i dirigenti, il 27,2% tra gli impiegati, solo l'11,3% tra gli operai. La conciliazione di lavoro, vita familiare e tempo libero è migliorata molto di più per gli smart worker che per i lavoratori costretti alla presenza fisica: il 41,6% dei primi contro solo il 13,1% dei secondi. In particolare, per il 44% di chi lavora a distanza è migliorata la gestione dei figli: una percentuale che crolla al 15,1% tra chi non lavora da remoto.
Ad ogni modo, l'83,7% degli italiani è pronto ad affrontare la nuova emergenza sanitaria e le restrizioni a cui da tempo si preparavano. Per il 66,1% la propria Regione è pronta (il dato aumenta all'83,2% nel Nord-Est e scende al 65,1% nel Sud e nelle isole, al 64,4% nel Centro, al 56,4% nel Nord-Ovest). Per il 55,1% il Governo è pronto (il 54,1% tra i giovani, il 62,8% tra gli anziani). E per il 63,1% dei lavoratori è pronta la propria azienda. Paura sì, ma stavolta niente "effetto sorpresa" dal virus. Alla seconda ondata gli italiani si sono preparati psicologicamente e materialmente, anche dentro le aziende.
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