Economia e Turismo«Per ripartire seriamente occorre che il terzo settore non sia politicizzato», la riflessione di un giovane dopo le proteste ad Amalfi

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«Per ripartire seriamente occorre che il terzo settore non sia politicizzato», la riflessione di un giovane dopo le proteste ad Amalfi

"Dobbiamo capire che un’impresa che incassa 10mila euro al mese ne ha 5-6 mila di costi fissi. Dobbiamo capire che il lavoro, stagionale con contratti che adesso propongono a 15 giorni rinnovabili sono l'esaltazione della precarietà"

Inserito da (Maria Abate), lunedì 26 aprile 2021 15:43:36

Com'è già accaduto per altri temi, come per il depuratore consortile previsto a Maiori, Positano Notizie intende sottolineare l'importanza che i giovani possano esprimersi in merito ai fatti che accadono nel meraviglioso posto in cui vivono, la Costiera Amalfitana, e che i più grandi lasceranno loro quando saranno passati a miglior vita.

Per questo abbiamo chiesto a Giuseppe Bonito, 28enne di Minori, di poter prendere, per riproporlo ai nostri lettori, il post che ha pubblicato su Facebook lo scorso 24 aprile, in merito agli eventi connessi alla riapertura della SS 163 ricostruita. Il suo post è soltanto «una riflessione da cittadino comune», ci assicura. «Lascio ad altri più preparati di me il compito di dare soluzioni», aggiunge.

Com'è ormai noto, mentre sulla statale SS163 appena riaperta si teneva la cerimonia di inaugurazione alla presenza del governatore della Campania Vincenzo De Luca e dei vertici Anas, sul lungomare dei Cavalieri, proprio sotto il tratto franato, i lavoratori del settore turistico-ricettivo della Costa d'Amalfi erano in protesta. Da qui lo spunto di riflessione di Giuseppe, che vi pubblichiamo integralmente.

Vedere Amalfi, ma con lei tutta la Costiera, che protesta per mancanza di lavoro è una scena che nel 2019 nemmeno il più pessimista di tutti avrebbe potuto immaginare.

Non mi avventuro su considerazioni sull'opportunità o meno di fare "eventi" di riapertura, perché in molti già si sono espressi, ma credo che la sobrietà serva a non fare allontanare i cittadini dalle istituzioni. Ci sono i momenti in cui è giusto festeggiare e altri in cui è giusto lavorare: "il popolo" ha la capacità di vedere ciò che si realizza, non servono le luci se qualcosa è capace di fare luce da sé.

Per il resto, sono preoccupato. Questo momento deve farci capire che la povertà esiste ma è solo coperta dalla pubblicità. Dobbiamo capire che un'impresa che incassa 10mila euro al mese ne ha 5-6 mila di costi fissi. Dobbiamo capire che il lavoro, stagionale con contratti che adesso propongono a 15 giorni rinnovabili sono l'esaltazione della precarietà.

Questa famosa ripartenza che tutti vogliamo deve essere un manifesto amministrativo. Bisogna avere la capacità tecnica giuridica di scrivere progetti facendo rete tra i vari enti per intercettare fondi Europei, cercare di valorizzare quello che abbiamo con un'analisi seria dei flussi turistici per intravedere e intercettare nuovi mercati turistici, sviluppare una forte rete sociale, con un terzo settore che non sia POLITICIZZATO, ma apolitico, e che riesca ad essere capace di generare lavoro, valorizzare la funzione pubblica delle cose pubbliche creando un sistema sano di assegnazione delle risorse, effettuare capillarmente bonifiche territoriali dei fondi agricoli, sviluppare Laboratori creativi.

Naturalmente, è necessario un rafforzamento delle infrastrutture digitali e non è mai troppo tardi per sviluppare idee imprenditoriali sul modello di cooperative. Teniamo duro.

 

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