Tu sei qui: Flusso di CoscienzaGiovanni Baglioni: «... pensare che un popolo e la sua cultura debbano pagare colpe non proprie è di una barbarie indicibile.»
Inserito da (Admin), venerdì 15 aprile 2022 12:18:55
da un post di Giovanni Baglioni
Ricordate "La storia infinita"? Un autentico capolavoro, uno scritto di una preziosità eccezionale, soprattutto la seconda parte del libro che è purtroppo riportata in maniera ben poco efficace nel secondo film. A me sembra di vedere il Nulla, famigerata essenza onnivora e distruttrice della saga, che voracemente, rapidamente, inesorabilmente sta divorando la realtà intorno a noi, e persino la bontà, il buonsenso, la logica, il raziocinio, l'umanità dentro di noi.
Le cronache delle ultime settimane ci hanno regalato notizie di questo calibro: gatti la cui stirpe sarebbe di razza russa squalificati da competizioni feline, una quercia piantata 198 anni fa dallo scrittore russo Ivan Turgenev esclusa dal concorso "albero europeo dell'anno", altleti paralimpici russi e bielorussi ai quali è stato precluso partecipare alle paralimpiadi di Pechino (alle paralimpiadi, quale fenomeno più dovrebbe essere ispirato e rappresentare "l'inclusione"...). Gli atleti russi che ancora possono partecipare a competizioni lo fanno da neutrali, nei tabelloni non viene affiancata alcuna bandiera al loro nome, le loro medaglie non arricchiranno nessun medagliere, sono uomini senza terra. Alla prestigiosa (ancora?) università la Bicocca di Milano è stato imposto di sospendere un corso su Dostoevskij (poi facendo un timido, goffo, ridicolo semi dietrofront chiedendo che venissero semplicemente affiancati corsi su autori ucraini, in una sorta di folle par condicio compensatoria culturale).
A Valery Gergiev, direttore alla scala di Milano, e Daniil Medvedev, tennista, sono state chieste quelle che potremmo definire delle abiure del terzo millennio; a meno che non condannino non so con quale formula l'operato della propria nazione saranno esclusi dai loro ambiti professionali.
La filarmonica di Cardiff ha cancellato il programma su Ciajkovskij, e ad un giovane prodigio pianistico russo è stato impedito di esibirsi a Montreal.
Tutto questo avviene nel mondo "libero", nel mondo che storicamente "esporta democrazia", nel mondo che oggi ritiene persino di doversi armare per difendere i "valori occidentali" mentre fino a ieri per non urtare le sensibilità altrui faceva a gara a nascondere, coprire, annacquare rinnegare, la propria cultura e i suoi simboli (ma questa è un'altra lunga storia...).
C'è un inno nazionale, che un grande artista, musicista e compositore, dotato di eccellente gusto e sensibilità, e con il quale condivido il sangue, un giorno non meglio precisato nella mia memoria di ragazzo mi disse essere "l'inno più bello del mondo".
Lo voglio suonare, perché pensare che un popolo e la sua cultura debbano pagare colpe non proprie è di una barbarie indicibile. E perché la cultura è sacra, non si cancella, non si dimentica.
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