Tu sei qui: Flusso di CoscienzaGiulietto Chiesa, ex corrispondente da Mosca: "Non fidatevi dell'informazione allineata"
Inserito da (Admin), domenica 27 febbraio 2022 17:04:20
"Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti con all'epoca Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato e Obama presidente."
Inizia più o meno così un post in cui si spiega, un po' grossolanamente ma in modo efficace, come i media stiano provando a demonizzare il presidente Putin e la confederazione russa.
Chiariamo subito che una guerra è sempre da condannare, ma è importante stabilire chi è l'aggressore e chi l'aggredito.
Definito da sempre filorusso, il giornalista Giulietto Chiesa, esperto di geopolitica e corrispondente da Mosca per L'Unità e La Stampa, oltre che per il TG5, il TG1 e il TG3, aveva predetto ogni singolo atto di questa "messa in scena" occidentale, e lo testimoniano decine di video dal 2015 al 2020, anno in cui Chiesa è morto all'età di 79 anni.
Tra le frasi che ripeteva più spesso c'era "Non fidatevi dell'informazione occidentale". Secondo Chiesa infatti il campanello d'allarme sarebbero state le Fake News architettate dai media, non solo italiani, che avrebbero dipinto Putin e la Russia come aggressori: attenzione quindi a tutto ciò che di "estremo" leggeremo (un esempio per tutti i giocattoli bomba lanciati dagli aerei russi, ma tante altre follie lette anche nei giorni precedenti l'invasione)
"Rimosso il Presidente ucraino filo-russo che si rifugiò a Mosca, gli USA presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo-americano.
Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l'Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono ucraini, nazionalisti e vicini all'Europa, ad est e in Crimea sono russi.
La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo mentre nelle altre province sono state fatte vere e proprie persecuzioni. I dati OSCE parlano, di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni. Nel 2014 c'è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all'incendio furono uccisi a colpi di fucile. Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
Poi è arrivato Trump e l'Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C'è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell'Ucraina come regioni a statuto speciale. Si arriva così all'elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel'avrebbe fatta pagare.
Il figlio di Biden, Hunter, ha forti interessi in Ucraina, con affari milionari. Biden ha chiesto l'ingresso nella Nato dell'Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero troppo vicini a Mosca. In pericolo ci sarebbe anche Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con importanti contratti sulle forniture energetiche.
Da dicembre è iniziata l'isteria americana sull'inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l'Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l'Ucraina e farne uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito per il gas e le merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no."
Il post continua accusando gli USA di aver piazzato in Ucraina laboratori, secondo alcune fonti non confermate già dal 2005, al fine di produrre armi chimiche, ma a supporto di questa tesi non c'è nessun evidenza.
Alla fine il post conclude spiegando il motivo per cui l'indice di gradimento di Putin non solo non scenda nella sua madre patria ma aumenti in quanti si interessano di politica internazionale così come nelle popolazioni filo-russe del Donbass, che vedono in lui un liberatore dopo i massacri di questi anni.
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