Tu sei qui: Flusso di CoscienzaMentre l'Italia si prepara alla fase 2 le banche pensano al futuro e si preparano ai possibili scenari
Inserito da (admin), domenica 3 maggio 2020 12:52:54
Si inizia a parlare, seppur timidamente, di "Fase 2", una fase di transizione in cui dovremo "imparare" a convivere con il virus che ancora è in circolazione. In un clima sostanzialmente assuefatto dai media mainstream, che rilanciano quotidianamente le informazioni divulgate di vari enti, le persone iniziano a mettere a fuoco quello che è realmente successo.
Era chiaro fin da subito che, dopo un evento simile, non saremmo mai più tornati alla normalità, almeno come la conoscevamo prima di questa pandemia, ma quello che si sta materializzando va ben oltre ogni più cupo scenario.
Illuminante sono le previsioni che alcune grandi banche di investimento hanno già reso pubbliche sui loro siti istituzionali: "Il mondo post-crisi sarà più indebitato, meno globale e più digitale. Gli stati avranno diversi strumenti a cui affidarsi per bilanciare il grande debito pubblico che dovranno sottoscrivere. Imporre nuove tasse, attivare una sorta di repressione finanziaria e, non ultima ma sicuramente meno gradita, una moderata inflazione, sono solo alcune delle possibili soluzioni. Gli investitori dovranno difendersi anche da ondate di populismo e protezionismo, navigando nel passaggio dalle catene di approvvigionamento globali a quelle locali e da quelle fisiche a quelle digitali."
In questo scenario, la fase di lockdown è abbastanza breve e le politiche applicate dal governo abbastanza efficaci da entrare nella fase di recupero in una posizione di relativa forza. Il funzionamento economico potrebbe normalizzarsi già entro la fine di giugno, con la disoccupazione che aumenta entro fine anno tra lo 0 e il 25 percento in zona euro.
Nello scenario intermedio, quello ipoteticamente più vicino alla realtà, i blocchi intermittenti fino alla fine del 2020 indicheranno una ripresa sostenibile solo dall'inizio del 2021. La rapidità con cui l'economia e i profitti delle imprese torneranno ai livelli pre-crisi dipenderà dal successo delle politiche che i governi metteranno in campo nel tentativo di ridurre i fallimenti e le perdite di posti di lavoro.
In questo scenario, il peggiore, il funzionamento economico non si stabilizza fino al giugno 2021 e il danno inflitto a lavori e imprese nel frattempo disegnerebbero un'economia, nella sua fase di ripresa, indebolita, con alti livelli di disoccupazione e con alcuni lavoratori non più in grado di svolgere le proprie mansioni a causa della perdita di abilità.
Qualunque sia l'attività che in questo momento state svolgendo non potete prescindere dall'analisi di questi tre scenari, tenendo presente che da quello più positivo al peggiore, il numero infinito di varianti intermedie, considerando che gli strumenti a disposizione degli Stati come l'Italia, fortemente influenzati dal non poter disporre di una propria sovranità monetaria, saranno sicuramente concentrati sull'aumento della tassazione e sulla repressione finanziaria.
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