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Gaza, no a Israele per azione militare a Rafah. Netanyahu: "Entreremo lo stesso"

"È Rafah il prossimo centro di gravità di Hamas". Lo spiega il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, in un colloquio con La Stampa dove racconta come si sta muovendo il Paese dopo il conflitto scoppiato il 7 ottobre.

Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 18 febbraio 2024 11:04:09

di Norman di Lieto

La guerra a Gaza non si ferma, anzi prosegue a ritmo serrato con Israele che non intende fare passi indietro dall'attacco sferrato nella Striscia dopo gli attacchi subiti il 7 ottobre scorso.

Nonostante Bruxelles, chieda ad Israele di non intraprendere un'azione militare a Rafah con il rischio di peggiorare una situazione umanitaria già catastrofica, Israele pare non sentirci.

L'Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell, che già diversi scontri con Tel-Aviv ha avuto proprio sulle modalità operative del conflitto condotte dai militari israeliani, prova questa volta a spezzare una lancia chiedendo il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas:

"Tutti i civili devono essere protetti in linea con il diritto umanitario internazionale e va rispettato l'ordine della Corte internazionale di giustizia - aggiunge - Chiediamo ancora una volta a Hamas il rilascio immediato e senza condizioni di tutti gli ostaggi".

Ma a preoccupare è la possibile operazione di terra a Rafah con lo stesso Borrell e con i piani del governo israeliano per una possibile operazione di terra a Rafah, dove più di un milione di palestinesi rischiano seriamente la vita.

Intanto i ministri degli Esteri del G7 riuniti a Monaco sotto la presidenza di Antonio Tajani "hanno chiesto un'azione urgente per affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza, in particolare la situazione di 1,5 milioni di civili rifugiati a Rafah, e hanno espresso profonda preoccupazione per le conseguenze potenzialmente devastanti sulla popolazione civile di un'ulteriore operazione militare su larga scala da parte di Israele in quell'area".

Antony J. Blinken nel suo incontro oggi a margine dei lavori della Conferenza per la Sicurezza di Monaco con il presidente israeliano Isaac Herzog, ha dichiarato:

"Gli Stati Uniti non possono sostenere un'operazione militare di terra a Rafah senza un credibile ed applicabile piano per garantire la sicurezza dell'oltre un milione di rifugiati".

Il segretario di Stato infine ha "sottolineato la necessità per tutte le parti di adottare misure adatte a proteggere la vita dei civili ed impedire l'allargamento del conflitto". E ha ribadito "l'impegno degli Stati Uniti per una pace duratura nella regione che comprenda la creazione di uno stato palestinese con garanzie di sicurezza per Israele".

Per Israele, però, è proprio Rafah a rappresentare "il prossimo centro di gravità di Hamas" secondo il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, in un colloquio con La Stampa dove racconta come si sta muovendo il Paese dopo il conflitto scoppiato il 7 ottobre.

E arriva anche il niet del presidente israeliano all'ennesima moral suasion dell'occidente:

"Quelli che ci vogliono impedire di operare a Rafah essenzialmente ci dicono: perdete la guerra, non permetterò che questo succeda.

Non cederò a nessuna pressione: chi vuole impedirci di farlo ci dice di perdere la guerra" così il presidente israeliano ha detto anche a Biden.

 

FONTE FOTO: Pagina FB Benjamin Netanyahu e Pagina FB Joe Biden

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