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A Revine Lago, comune della provincia di Treviso in Veneto, un'intera comunità si è fermata ieri pomeriggio per dare l'ultimo, struggente saluto a Viviana Maria Barel, la bambina di appena due anni morta sabato scorso per soffocamento a causa del nocciolo di una ciliegia.

Alle 15:30, sotto il suono mesto delle campane, la piccola bara bianca è entrata nella chiesa di San Matteo. Centinaia di persone hanno gremito la parrocchia per stringersi, in un commosso silenzio, attorno ai genitori e alle sorelline della piccola.

A presiedere la celebrazione, don Angelino Granziera, accompagnato da don Massimo Bazzichetto, che con voce rotta dall'emozione ha cercato parole di conforto: "Viviana era una bambina desiderata e amata. Il suo sorriso irradiava felicità. Ora è nelle mani sicure del Signore, dove la sua breve vita fiorirà nell'eternità".

Il vescovo della diocesi di Vittorio Veneto, mons. Riccardo Battocchio, ha inviato un messaggio di vicinanza spirituale alla famiglia, affidando Viviana "alle braccia di Dio Padre".

Il dolore è stato condiviso da tutta la comunità. Negozi e bar hanno abbassato le serrande, come disposto dal sindaco Massimo Magagnin che ha proclamato il lutto cittadino: "Tutta Revine si stringe attorno alla famiglia Barel in questo momento di immensa tristezza".

Dopo la celebrazione, il corpo della piccola è stato cremato.