Tu sei qui: Notizie, LifestyleAeroporto di Roma, commessa ad una cliente: "Non posso venderti l'acqua perché sei russa"
Inserito da (Redazione Nazionale), mercoledì 21 febbraio 2024 11:42:18
di Norman di Lieto
Secondo qualcuno se hai passaporto russo puoi fare tranquillamente lo sciopero della sete anche senza che sia tu a volerlo: usiamo il sarcasmo per raccontare l'episodio - alquanto singolare - accaduto ad una donna russa, insegnante e traduttrice - con passaporto russo ma con regolare permesso di soggiorno in Italia e che dopo aver cercato di acquistare una bottiglietta d'acqua in un bar, si è sentita respingere la sua richiesta dalla barista:
"Se lei ha passaporto russo non gliela possiamo vendere. Vada sul sito del ministero degli Esteri, lì troverà tutte le informazioni".
L'insegnante ha prontamente denunciato l'episodio sia in maniera tradizionale che nella modalità digitale, ovvero postando un video sui social: ha avuto maggiore riscontro adoperando la seconda via.
Con la 'prima via' decide di presentare un esposto, ma una volta arrivata all'ufficio di polizia del terminal - racconta lei stessa - le viene negata la possibilità "perché lì ricevevano solo esposti prestampati".
Mentre, il video, è diventato virale.
La donna si era imbarcata dall'aeroporto di Fiumicino per rientrare in Russia, quando si è vista negare l'acquisto da un duty-free dello scalo romano: Aeroporti di Roma e Aelia - la società che gestisce il negozio - hanno inviato le proprie scuse alla ragazza dicendosi "rammaricati e costernati".
Entrambi, poi, hanno avviato le verifiche necessarie per risalire alle commesse che sono state protagoniste dell'episodio e che ora rischiano una sanzione. "Io vorrei solo avere le scuse di quella signora - le parole della passeggera -, non di Adr né del negozio, né degli italiani che non hanno alcuna colpa".
Anna Larina, questo il nome della protagonista dell'episodio - vive da più di dieci anni in Italia "con regolare permesso di soggiorno", come racconta lei stessa nei video-denuncia che in breve tempo è diventato virale.
L'insegnante nel video, denuncia:
"Mi hanno detto che per il fatto che ho il passaporto russo, non possono vendermi né l'acqua né altra merce".
Alle rimostranze della passeggera, le due commesse la invitano a "consultare tutte le informazioni sul sito del ministero degli Esteri".
Al suo arrivo in Russia, l'insegnante resta a bocca aperta dopo aver appreso che il suo video era diventato virale e aveva ricevuto oltre mezzo milione di visualizzazioni.
"Sono ancora scioccata", dice ringraziando tutti i suoi follower e mostrando i messaggi di "solidarietà" ricevuti da Adr e Aelia.
"Non voglio farne un casus belli - chiosa -, vorrei soltanto le scuse di quella ragazza, niente di più".
Esiste, a onor del vero, una direttiva europea ad oggi ancora in vigore (per alcuni tipi di beni, superiori a 300 euro):
"Le sanzioni europee proibiscono di vendere, trasferire o esportare, direttamente o indirettamente, beni di lusso che superano i 300 euro di valore a qualunque persona fisica, legale o entità presente in Russia e per uso in Russia. Per la maggior parte dei marchi di moda di alto livello 300 euro sono una cifra che consente di comprare solo piccoli oggetti".
Non vogliamo fare 'gli avvocati delle cause perse' ma, forse, la dipendente ha confuso una bottiglia d'acqua per un prodotto di valore superiore a 300 Euro di quelli che - facilmente - si possono trovare all'interno dei duty-free.
Sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, Regolamento (UE) 2022/576 del Consiglio dell'8 aprile 2022 che modifica il regolamento (UE) n. 833/2014 concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina, si può trovare l'intero testo.
FONTE FOTO: Foto diRudy and Peter SkitteriansdaPixabay e Foto diMikhail MamontovdaPixabay
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