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Dopo trentacinque anni di informazione, passione e servizio pubblico, Andrea Vianello ha deciso di lasciare la Rai. Un messaggio pubblicato su X ha suggellato la fine di una lunga carriera vissuta tra microfoni, telecamere e incarichi dirigenziali: «Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la 'mia Rai'. Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Una comunicazione asciutta, in linea con lo stile sobrio di un professionista che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’informazione pubblica. A rilanciarla è stato Sigfrido Ranucci, che ha voluto omaggiarlo con un post di grande affetto: «Anche Andrea Vianello abbandona la Rai. È uno dei giornalisti di razza del servizio pubblico, brillante conduttore di Radio anch’io e Mi Manda Rai 3, parte di quella straordinaria scuola della Radio diretta da Paolo Ruffini, con Floris, Greco, Valentini. È stato direttore di Rai 3, e quindi di Report, e di Rai News. Il primo a credere in me come autore televisivo, affidandomi il programma d’inchiesta Rec».

Un addio che arriva dopo un lungo periodo senza incarichi attivi all’interno dell’azienda, e che segna l’uscita di scena di un altro volto simbolico della Rai. Con la sua competenza e il suo stile inconfondibile, Vianello ha attraversato stagioni cruciali del giornalismo radiotelevisivo italiano, lasciando un’eredità professionale e umana che va ben oltre i ruoli ricoperti.

"Da parte mia, un sincero grazie. - conclude Ranucci – Sono certo che porterai la tua qualità, la competenza con la leggerezza e il sorriso di sempre, ovunque andrai."

Un altro tassello della Rai che fu, e che oggi sembra perdere un altro pezzo della sua identità storica.