Tu sei qui: PoliticaCaso Regeni, Corte Costituzionale sblocca processo. I genitori di Giulio: "Avevamo ragione"
Inserito da (Redazione Nazionale), mercoledì 27 settembre 2023 20:31:47
"Verità per Giulio Regeni" il monito che campeggia ormai da anni, solo per citarne uno, fuori da Palazzo Marino a Milano, con la notizia di oggi, se almeno non si è ancora arrivati alla verità, quantomeno, si potrà provare a chiedere giustizia agendo nei confronti dei presunti responsabili della morte del giovane dottorando friulano.
Sono trascorsi dalla morte dello studente ben 7 anni e mezzo anche a causa di un lungo periodo di stallo dovuto al rifiuto di collaborare dell'Egitto, nonostante i continui tentativi dei vari capi di governo italiano che si sono succeduti dal 2015 ad oggi.
Inizierà a Roma, probabilmente l'anno prossimo, il processo: questo grazie alla svolta della Corte costituzionale che con una sentenza che sarà depositata nelle prossime settimane ha sbloccato lo stallo.
Una decisione accolta con "grande soddisfazione" dai genitori di Giulio, che in tutti questi anni con grande determinazione hanno portato avanti la battaglia per avere verità e giustizia:
"Avevamo ragione noi: ripugnava al senso comune di giustizia che il processo per il sequestro, le torture e l'uccisione di Giulio non potesse essere celebrato a causa dell'ostruzionismo della dittatura di al-Sisi per conto della quale iquattroimputati hanno commesso questi terribili delitti", dicono Paola e Claudio Regeni che con il loro avvocato Alessandra Ballerini, ringraziano chi li ha sostenuti, "la procura di Roma ed in particolare il dottor Colaiocco, la scorta mediatica, e tutto il popolo giallo".
La Corte ha stabilito dei paletti precisi per poter procedere al giudizio in assenza degli imputati: le accuse devono essere legate al grave reato di tortura previsto dalla Convenzione di New York, quello cioè commesso da funzionari pubblici o da chi comunque agisce a titolo ufficiale, e deve esserci un atteggiamento ostruzionistico da parte dello Stato di appartenenza degli imputati che renda impossibile provare che questi siano a conoscenza della pendenza del procedimento a loro carico.
Resta comunque fermo il diritto degli accusati che ci ripensino a chiedere un nuovo processo in presenza per il riesame del merito della causa.
Ora il gup dovrà attendere il deposito della sentenza, prima di fissare una nuova udienza e procedere a un nuovo rinvio a giudizio, dopo quello disposto nel 2021 e annullato dalla Corte d'assise di Roma proprio in forza della norma sul processo in assenza degli imputati su cui è intervenuta la Consulta.
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