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E se Mario Draghi tornasse a guidare il governo anche dopo le elezioni del prossimo 25 settembre?

E' quello che si augurano Carlo Calenda e Matteo Renzi rilanciando l'obiettivo politico del terzo polo: far rimanere Mario Draghi a Palazzo Chigi, nonostante lui si sia già tirato indietro.

I leader del terzo polo sono convinti che a far cambiare idea all'ex presidente del Consiglio possa essere il risultato delle urne: rubando voti al centrodestra, portandolo ad un pareggio.

"Con un buon risultato terremo Draghi alla guida" del Paese, ha detto Calenda.

Scenario possibile "con un governo di larga coalizione", frutto di un insuccesso dei due poli.

E' dello stesso avviso l'alleato Renzi: "Se il centrodestra non vince vuol dire che siamo all'ennesimo stallo e serve un governo istituzionale", e a quel punto entrerebbe in gioco Draghi, nonostante il suo netto "no" di venerdì scorso. "Draghi dice di no ai giornalisti ma quando glielo chiederà il presidente della Repubblica sarà diverso", ha affermato il leader di Iv.

E' lo scenario internazionale a richiedere la riconferma di Draghi:

"Abbiamo una certezza - ha detto Calenda- il governo Meloni-Berlusconi-Salvini non è una garanzia per le alleanze internazionali. L'unica garanzia di fedeltà ai nostri alleati e ai valori dell'Occidente è andare avanti con Mario Draghi".

Poi focus sull'istruzione che secondo il leader di Azione, dipende dal fatto che "in Italia abbiamo un grande problema di skills mismatch", cioè il divario di competenze richieste dalle aziende e quelle che hanno i ragazzi che escono dalle scuole.

"In primo luogo, bisogna portare la scuola dell'obbligo a18 anni, estendere il tempo pieno a tutte le scuole primarie e istituire delle aree di crisi complessa in cui inviare i migliori insegnanti".

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