Tu sei qui: PoliticaGuerra e crisi alimentare, Draghi telefona a Putin: «Non ho visto spiragli per la pace»
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), venerdì 27 maggio 2022 08:05:56
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto ieri pomeriggio, 26 maggio, una conversazione telefonica con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.
Il colloquio si è incentrato sugli sviluppi della situazione in Ucraina e sugli sforzi per trovare una soluzione condivisa alla crisi alimentare in atto e alle sue gravi ripercussioni sui Paesi più poveri del mondo.
Draghi ha parlato più dettagliatamente del colloquio durante una conferenza stampa organizzata alcune ore dopo. Ecco il discorso integrale:
«E' stata a una giornata molto intensa e tutto sommato positiva per il governo e il Paese.
In mattinata ho avuto un incontro eccellente con il Presidente algerino Tebboune. Nel corso di questa visita, prima di tutto sono stati firmati molti accordi che vanno dall'energia, alle micro imprese, all'informazione finanziaria. E' stato esaminato inoltre un lungo elenco di progetti che si possono intraprendere insieme. Dalla conversazione è venuta fuori una serie di opportunità per le società del nostro Paese e una grande apertura da parte del Presidente algerino a iniziare una collaborazione che sarà molto più estesa di quanto abbiamo mai fatto in passato.
Nel pomeriggio ho cercato Putin. Lo scopo della mia telefonata era chiedere se si potesse fare qualcosa per sbloccare il grano che oggi è nei depositi in Ucraina. Perché la crisi alimentare che si sta avvicinando, e purtroppo in alcuni paesi dell'Africa è già presente, avrà proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili.
Una prima iniziativa che si potrebbe cominciare a esplorare è quella di vedere se si può costruire una possibile collaborazione tra Russia e Ucraina sullo sblocco dei porti sul Mar Nero, dove sono depositati molti milioni di quintali di grano. Il Presidente Putin ha detto che questo sicuramente non è sufficiente per risolvere la crisi alimentare perché forse i fabbisogni sono molti di più. Da parte mia ho affermato "sì però almeno quello intanto lo sblocchiamo", altrimenti il rischio è che poi vadano a male, che tutto questo deposito di grano marcisca. Il Presidente Putin mi ha detto che i porti sono bloccati perché sono stati minati dagli ucraini. Naturalmente sono stati minati per impedire alle navi russe di attaccare l'Ucraina.
La collaborazione deve essere quindi: da una parte quella di sminare questi porti, dall'altra quella di garantire che non avvengano attacchi durante il periodo di sminamento.
Non abbiamo esplorato a lungo la questione delle garanzie.
Chiaramente sempre se le cose vanno avanti, perché può essere benissimo un tentativo che non avrà esito. C'è stata comunque effettivamente una disponibilità a procedere su questa direzione.
Ho terminato dicendo che dovrò chiamare il Presidente Zelensky e vedere se c'è una analoga disponibilità a procedere in questa direzione. E' una iniziativa che ho sentito il dovere di prendere per la gravità della crisi umanitaria che può toccare i più poveri del mondo.
Successivamente è stata essenzialmente una conversazione del Presidente Putin, su temi più di politica generale. Ha detto che la crisi alimentare è colpa delle sanzioni perché la Russia non può esportare il grano; e se le sanzioni fossero tolte a la Russia potrebbe esportare tutto il grano che vuole. Naturalmente ci sono le sanzioni perché la Russia ha attaccato l'Ucraina.
Ha parlato esclusivamente lui su un piano più generale. A me interessa una questione più definita, quella di vedere se si riescono a sbloccare questi enormi quantitativi di grano nei porti del Mar Nero».
Rispondendo alla domanda di una giornalista, Draghi ha aggiunto: «Non ho visto spiragli per la pace. Putin ha detto che continuerà a fornire le forniture. Io non ho discusso, non ho risposto, non ho fatto nessuna osservazione. Ma questa è la situazione attuale con tutti i Paesi, tranne quelli che sono chiaramente attaccati dalla Russia, come la Finlandia. Anche alla Bulgaria per un giorno è stata sospesa la fornitura di gas».
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