PoliticaStudio Ocse: "Salario minimo non causa inflazione"

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Studio Ocse: "Salario minimo non causa inflazione"

Nel report firmato da due economisti, Sandrine Cazes e Andrea Garnero, pubblicato dal Centro per la ricerca sulla politica economica, emergono i lati positivi del salario minimo che può contribuire a ridurre la disuguaglianza nel lavoro

Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 22 agosto 2023 20:10:18

Il dibattito sul salario minimo è andato per il momento in vacanza con la pausa estiva parlamentare dopo l'incontro tra governo e opposizioni dell'11 agosto scorso dove sostanzialmente la premier Meloni 'passava la palla' al Cnel e si manteneva scettica sull'introduzione di un salario minimo fissato per legge preferendo puntare sulla contrattazione.

In attesa che si ricominci a discutere del tema, sulla questione interviene l'Ocse con due suoi economisti, Sandrine Cazes e Andrea Garnero, in uno studio pubblicato dal Centro per la ricerca sulla politica economica:

"L'aggiustamento dei salari minimi per proteggere dal caro-prezzi ha contribuito a contenere l'impatto dell'inflazione sul potere d'acquisto dei lavoratori a bassa retribuzione, con un rischio 'limitato' di alimentare ulteriormente i rincari".

Un contributo importante ed un assist assai prezioso per le opposizioni e in attesa che il tema torni al centro del confronto politico già a settembre.

L'analisi di Cazes e Garnero ricorda come negli ultimi due anni a fronte di un'inflazione che non si vedeva da decenni, i salari reali sono scesi per diversi trimestri per arrivare a fine 2022 sotto del 2,2% rispetto all'ultimo trimestre del 2019 (in 24 su 34 Paesi di cui ci sono i dati).

Tra dicembre 2020 e maggio 2023, quasi tutti i paesi Ocse hanno adottato misure per aumentare i propri salari minimi per tenere il passo con l'inflazione: in media i salari minimi legali nominali sono aumentati del 29% tra dicembre 2020 e maggio 2023, mentre i prezzi sono aumentati del 24,6% nello stesso periodo.

L'invito dei due economisti è quello di considerare che "aumenti salariali minimi regolari e sostenuti in periodi di alta inflazione" contribuiscono a "salvaguardare il potere d'acquisto dei salariati minimi e possono contribuire a ridurre la disuguaglianza nel lavoro".

Rimandati a settembre, insomma.

Norman di Lieto

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