Tu sei qui: Salute e BenessereCovid, rivelazione del New York Post: "Virus fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan"
Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 17 settembre 2023 12:44:18
Certo che in quell'inizio del 2020 quando si vedevano immagini provenienti dalla Cina, da Wuhan, con quel virus che giungeva da quel laboratorio, in Occidente nessuno si aspettava che avrebbe avuto la forza di arrivare fin qui.
Riavvolgiamo il nastro: le teorie parlarono prima di una fuoriuscita dal laboratorio di Wuhan ma poi si susseguirono le tesi anche quelle più colorite come quelle derivanti dal fatto che nella cultura cinese si mangiassero animali strani, tipo i pipistrelli e che gli stessi si potessero tranquillamente acquistare nei mercati di strada, come in una sorta di street food a cielo aperto.
Eppure arriva una rivelazione del New York Post che se confermata, porrebbe molti dubbi sul perché la verità sia stata volutamente insabbiata e, anche da quei 'pezzi da 90' della Cia.
La notizia - ripresa oggi da molti media americani, e lanciata dal NY Post - se confermata sarebbe sconvolgente e chiarirebbe una volta per tutte l'origine della pandemia.
E qui torniamo alla CIA.
La Central Intelligence Agency si sarebbe offerta di pagare alcuni analisti per insabbiare il fatto che il Covid-19 fosse fuoriuscito dal famoso laboratorio di Wuhan, in Cina, quindi frutto di un errore umano.
E le prove sono lì, nero su bianco.
Lo riporta anche il quotidiano: "La Stampa" che riporta come secondo una lettera inviata martedì scorso al direttore della Cia William Burns, un funzionario di alto livello della Cia ha riferito ai leader della commissione che la sua agenzia avrebbe tentato di pagare ben sei analisti per affermare il falso e quindi scagionare la Cina da ogni responsabilità.
E sono affiorati pure dettagli sulle condizioni del pagamento che sarebbe avvenuto soltanto se avessero cambiato radicalmente la loro posizione e avessero cioè affermato che il virus era passato dagli animali all'uomo - il famoso «spillover» e non fuoriuscito da un laboratorio.
A denunciare la vicenda è stato un «whistleblower», vale a dire un funzionario protetto da anonimato.
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