Tu sei qui: Salute e BenessereIl rientro degli italiani all’estero: istruzioni, controlli, autoisolamento, quarantena e sorveglianza sanitaria
Inserito da (admin), lunedì 23 marzo 2020 13:04:06
L'Istituto superiore di sanità ha precisato in un comunicato le istruzioni per chi deve rientrare in Italia dall'estero al tempo del coronavirus. Una operazione non facile, a partire dal fatto che il paese è quasi isolato e sono pochissimi i voli disponibili.
Sono in tanti i lavoratori stagionali che dalla Costa d'Amalfi, durante il periodo invernale, scelgono strutture in Austria, in Svizzera e in altri Paesi europei per lavorare, affinando le lingue e le loro competenze.
Autoisolamento e sorveglianza sanitaria per 14 giorni. I cittadini italiani che rientrano con voli da altri Paesi vengono sottoposti a controlli grazie ai volontari della protezione e del personale sanitario, attivi già dall'inizio dell'emergenza in Italia. Le sempre più stringenti regole per la mobilità di cose e persone, all'interno di tutto il territorio nazionale, consentono a una sola persona di raggiungere lo scalo aereo, ferroviario o marittimo, per accompagnare verso la residenza o il domicilio della persona che rientra nel Paese.
Per chi invece rientra con mezzi propri la Polizia di Stato effettuerà i normali controlli di frontiera e farà compilare a l'autocertificazione che serve per raggiungere il proprio domicilio, residenza o abitazione.
Lo spostamento rientra tra le fattispecie di "stato di necessità" che dovrà essere autocertificato con il modulo messo a disposizione del Viminale, compilato in tutte le sue parti indicando, in particolare, il tragitto percorso.
In base alla normativa vigente chi rientra dall'estero, anche in assenza di sintomi da COVID-19, dovrà obbligatoriamente comunicare il proprio ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell'Azienda Sanitaria locale. I connazionali rientrati saranno sottoposti alla sorveglianza sanitaria e all'isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni.
Questa evenienza non è del tutto da escludere e nel merito ancora nessuno si è espresso. Abbiamo provato a contattare diversi medici di base per conoscere la loro opinione in merito e le risposte sono state contrastanti. Il protocollo per dichiarare una persona "sana" dopo aver contratto il Covid-19 non è uguale per tutte le nazioni. In più le certificazioni, di natura cartacea, sono facilmente aggirabili. In via generale, ma stiamo aspettando chiarimenti in tal senso, bisogna raggiungere il proprio domicilio o residenza, con le cautele previste dalla legge fin qui esposte per chi non ha contratto il virus. Una volta a casa bisogna attivare, tramite il proprio medico curante o le forze dell'ordine, l'ASL che dovrà provvedere ad un ulteriore sorveglianza sanitaria di 14 giorni in caso non ci siano sintomi o, in alternativa, provvedere ad effettuare il tampone presso il domicilio della persona rientrata per verificarne la potenziale positività.
Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay
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