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Tu sei qui: Salute e BenessereL’odissea vissuta da un imprenditore positanese nel soccorrere un suo dipendente
Scritto da (Admin), martedì 14 settembre 2021 17:26:05
Ultimo aggiornamento martedì 14 settembre 2021 19:05:40
Gentile redazione di Positano Notizie,
sento il bisogno di raccontare l'odissea vissuta alcuni giorni fa nella mia Positano, e di prendere spunto da quanto accaduto per rivolgere un appello ai cittadini, agli operatori turistici della Costiera Amalfitana e, soprattutto, a coloro i quali hanno la responsabilità di assicurare un livello di servizi adeguato all'importanza del nostro territorio, anche alla luce del fondamentale contributo dello stesso all'occupazione e allo sviluppo economico della Regione Campania e non solo. Grazie fin d'ora per lo spazio che vorrà dedicarmi.
Una mattina di pochi giorni fa, un mio collaboratore inizia a sudare freddo e collassando più volte. Lo stesso accusava fortissimi dolori alla testa e si sentiva mancare.
Senza perdere la lucidità, lo conduco personalmente al pronto soccorso, ammesso possa chiamarsi così, di Positano. Tutto rigorosamente spento, è domenica, come se di domenica, giorno di maggiore afflusso di turisti, non possa accadere un dramma del genere e non ci sia bisogno di un presidio.
Busso alla porta e innumerevoli volte, inutilmente: nessuno mi apre. Decido di chiamare il 118, chi mi risponde fornendomi un numero di Napoli. Nel frattempo la situazione peggiora, faccio stendere il mio collaboratore in un ristorante vicino, ma lui sta sempre peggio è pallido, le sue labbra sono violacee e forse percepisce la mia preoccupazione. Temo possa accadere l'irreparabile. Angoscia e rabbia mi assalgono.
Colui che mi risponde finalmente dal numero di Napoli mi fornisce sua volta un numero di Praiano, sembra un orribile film ma è la nostra terribile realtà. Al numero di Praiano mi risponde un operatore della guardia medica. Mi dice che non può assentarsi perché è da solo e non può lasciare sguarnito il presidio... Non so cosa fare, fermo un taxi di passaggio, con alcuni amici carico il ragazzo e mi dirigo verso la farmacia, unico baluardo aperto durante il giorno, sperando possa effettuare un intervento di emergenza. Il giovane non si regge più neanche in piedi, faccio velocemente una ricerca e l'unica autoambulanza, finanziata con fondi privati e funzionante grazie all'opera di volontari, si trova a pochi passi in Piazza dei racconti, già impegnata in un altro intervento. Insieme ad altre persone che hanno ormai preso coscienza del dramma, facciamo altre telefonate e finalmente riusciamo a caricare il ragazzo sull'ambulanza, resasi nel frattempo disponibile per pura casualità. Raggiungiamo il presidio di Castiglione di Ravello e, per pura fortuna, grazie a ciò, il giovane riceve le necessarie cure.
E' una bruttissima storia, il lieto fine è frutto della buona sorte, della casualità e, mi sia consentito, della mia determinazione. Non c'è alcuna traccia dell'organizzazione che avrebbe dovuto garantire un pronto ed efficace intervento di soccorso.
Un territorio come quello di Positano, con decine di migliaia di persone tra turisti e residenti, merita ben altro in termini di assistenza sanitaria.
I nostri ospiti e noi stessi, spesso diamo per scontato che, in caso di necessità, possiamo contare su di una rete di protezione efficiente e di assoluta eccellenza.
La mia sensazione è stata però totalmente diversa. Un atteggiamento culturalmente primitivo, distante dal potersi definire in qualche modo eccellente, tanto da dover indurre tutti noi ad una riflessione: dove vogliamo andare?
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