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Tu sei qui: Salute e BenessereOms: «Siamo alla quarta ondata. Bisogna tenere alta l’attenzione»
Scritto da (Maria Abate), venerdì 5 novembre 2021 08:30:11
Ultimo aggiornamento venerdì 5 novembre 2021 08:50:26
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha manifestato preoccupazione per il ritmo in cui ha ripreso a diffondersi la pandemia da Covid in Europa. Nel definire quella in corso come la quarta ondata, ha stimato che da qui a febbraio si potrebbe registrare un altro mezzo milione di morti nel Vecchio Continente.
«Siamo, di nuovo, all'epicentro della pandemia. I vaccini stanno facendo quello che hanno promesso: prevenire le forme grave della malattia e specialmente la mortalità... Ma sono la nostra arma più potente solo se usati insieme ad altre misure sociali e di sanità pubblica», ha detto il direttore per l'Europa dell'Oms, Hans Kluge.
L'Ema (Agenzia europea per i medicinali), invece ha puntualizzato quanto sia «di assoluta importanza che tutti si vaccinino, perché nessuno è protetto fino a quando tutti saranno protetti. Occorre seguire tutte le precauzioni con attenzione».
«Le parole dell'Oms non possono essere sottovalutate: il contagio in Europa sta crescendo in modo significativo soprattutto in alcuni Paesi ma l'alta diffusione di vaccino ci sta consentendo di rompere la catena tra il numero dei contagiati e il numero di ospedalizzati e decessi. I numeri dell'Italia sono in questo momento più bassi degli altri Paesi Ue ma più alti per le vaccinazioni. Quindi la strada della vaccinazione è quella giusta: i vaccini sono il vero strumento per gestire questa fase». Lo ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, in occasione dell'ottava edizione di FarmacistaPiù.
«Dobbiamo accelerare sulla terza dose che è un pezzo fondamentale della nostra strategia - ha aggiunto - e dobbiamo insistere perché con essa alziamo il livello di protezione soprattutto nei più fragili. Il campanello di allarme suonato da Oms deve fare alzare ancora la soglia di attenzione, però guardiamo comunque ai prossimi mesi con la consapevolezza che c'è uno strumento in più che sono i vaccini».
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