Tu sei qui: Salute e Benessere"Sistema Ruggi" sotto accusa dopo servizio Rai 3: nomine opache, inchieste e pazienti in fuga. Polichetti (Udc): “È tempo di responsabilità”
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), lunedì 23 giugno 2025 09:35:37
Un'inchiesta giornalistica andata in onda su "Far West", programma di Rai 3 condotto da Salvo Sottile, accende i riflettori sull'Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi d'Aragona di Salerno, tra sospette nomine dirigenziali, decessi oggetto di indagine e presunte pressioni politiche.
Al centro del servizio la morte di un feto nel 2022, con quattro medici indagati, e il reparto di Cardiochirurgia, dove si cita (senza nominarlo) il caso del primario Enrico Coscioni, sospeso dopo la morte di un paziente. La sindacalista Silvana Annunziata e altri testimoni denunciano un clima di gestione opaca, in cui le nomine sarebbero frutto di logiche politiche più che meritocratiche.
Particolarmente gravi le accuse della dottoressa Cristina Esposito, cardiologa, secondo la quale sarebbe stata estromessa per far spazio a un collega esterno favorito da accordi interni. In un audio diffuso dalla trasmissione si parlerebbe chiaramente di "nomine politiche".
Il dottor Mario Polichetti, anche lui ex medico del Ruggi, parla di una gestione che avrebbe premiato "piccoli potentati politici" a scapito della qualità delle cure. In una nota, il medico, responsabile del Dipartimento nazionale Sanità dell'Udc, interviene con dichiarazioni decise ma rispettose dei ruoli istituzionali e della necessaria verifica dei fatti.
"Quanto mostrato e raccontato dalla trasmissione è grave e inquietante. Se anche solo una parte di ciò corrispondesse al vero - e sottolineo: se fosse accertato - allora ci troveremmo di fronte a una situazione tale da rendere incompatibile con la funzione pubblica chi ha avuto la responsabilità politica della gestione sanitaria regionale", afferma Polichetti.
"Un sistema in cui a pagare sono i lavoratori e i pazienti meriterebbe, in quel caso, una risposta altrettanto forte: chi ha sbagliato va rimosso, senza tentennamenti".
Il servizio televisivo ha portato alla luce presunte criticità organizzative, possibili irregolarità in alcune nomine, condizioni lavorative molto difficili e situazioni di potenziale rischio per la tutela della privacy. Alcune immagini e testimonianze hanno sollevato reazioni contrastanti, tra chi ne contesta l'impostazione e chi invece le considera un utile strumento di denuncia.
Polichetti sottolinea però un principio fondamentale: "Non spetta a una trasmissione emettere verdetti, ma è indispensabile che la magistratura e gli organi ispettivi competenti avviino tutte le verifiche del caso. Chiunque operi in buona fede non può che auspicare chiarezza. Ma se davvero si configurassero violazioni gravi, saremmo davanti a una sconfitta istituzionale che richiederebbe conseguenze immediate".
Il dirigente Udc non manca di stigmatizzare atteggiamenti omissivi da parte di chi aveva il compito di vigilare: "Il silenzio, dinanzi a problematiche così serie, può diventare corresponsabilità. Se esistono responsabilità politiche o gestionali, queste vanno accertate e sanzionate, perché la sanità è un bene pubblico e non può essere lasciata alla deriva o oggetto di battaglie personali".
Infine, Polichetti lancia un appello al governo centrale: "Chiedo formalmente che venga istituito un tavolo nazionale di crisi sulla sanità campana, coinvolgendo tutti i soggetti istituzionali e sindacali. È giunto il momento di affrontare i problemi strutturali con serietà, trasparenza e competenza. A pagarne il prezzo oggi sono gli infermieri che lavorano senza sosta, i medici esposti a rischi quotidiani e i pazienti che spesso ricevono assistenza in condizioni inaccettabili. Questo sistema va corretto, prima che sia troppo tardi".
Nel frattempo, si registra anche una fuga di pazienti verso altre strutture sanitarie. L'inchiesta ha sollevato nuove domande su trasparenza, merito e tutela della salute pubblica.
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