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Tu sei qui: Salute e BenessereVaccino Astrazeneca e trombosi, agli open day anche i giovani. De Luca: «Va somministrato solo agli over 60!»
Scritto da (Maria Abate), giovedì 10 giugno 2021 16:36:00
Ultimo aggiornamento giovedì 10 giugno 2021 16:36:00
Com'è ormai noto, il vaccino Astrazeneca è stato sconsigliato da Ema ed Aifa alle persone sotto i 60 anni d'età. Una decisione presa a seguito dei rari casi di trombosi con contestuale carenza di piastrine indotte dai vaccini a vettore virale, specialmente sulle donne sotto i trenta.
Prima di fissare questa soglia d'età minima, però, il siero Astrazeneca era stato somministrato a innumerevoli esponenti del mondo della scuola e della polizia, le prime categorie alle quali è stata aperta la campagna vaccinale dopo gli anziani e i fragili. Per loro, hanno assicurato le autorità sanitarie, se non sono insorti problemi, è possibile fare la seconda dose dello stesso siero.
Poi è stata avviata, nelle zone turistiche della Campania come la Costiera amalfitana, la vaccinazione ai lavoratori del turismo, che è stata portata avanti con Astrazeneca indifferentemente dall'età. Stava poi al singolo decidere se sottoporvisi lo stesso, essendo la vaccinazione facoltativa, oppure attendere di poter fare un altro siero.
Adesso, con l'apertura della piattaforma di adesione anche ai giovani, sono stati organizzati open day Astrazeneca (ma anche con gli altri sieri), ai quali hanno partecipato volontariamente anche gli under 60.
Di recente, però, due casi che riguardano due giovani donne di 18 e 42 anni immunizzate durante gli open day, organizzati in Liguria e Toscana, hanno riaperto il dibattito in Italia.
Tanto più che uno studio scozzese pubblicato sulla rivista scientifica Nature rivela che il vaccino Astrazeneca sembra essere associato ad un lieve aumento del rischio di sviluppare la porpora trombocitopenica immune, una malattia del sangue.
In merito alla somministrazione ai giovani di Astrazeneca durante gli open day, il governatore della Campania Vincenzo De Luca oggi ha detto, a margine di una conferenza stampa sul calendario di eventi della rassegna dedicata ad Enrico Caruso, che i giovani non devono farlo.
«Su Astrazeneca ci muoviamo su un piano di prudenza e lo facciamo solo a chi ha oltre 60 anni. Sotto questa età lo somministriamo solo per i richiami ma non per prime dosi», ha dichiarato e ha aggiunto: «Una delle poche cose che avrebbe dovuto fare lo Stato italiano era dare certezze sull'uso dei vaccini. C'è l'agenzia Aifa che è l'unica che dovrebbe parlare sul piano sanitario e non dice una parola, abbiamo ascoltato per l'ennesima volta che il Cts, che non ha ruolo sulla certificazione dei vaccini, ha raccomandato l'uso di Astrazeneca sopra i 60 anni».
«Su Johnson - ha aggiunto - non abbiamo avuto nessun danno segnalato e quindi lo usiamo appieno, ne arrivano pochi ma è monodose e quindi va bene e ci permette di mobilitare le farmacie. In tutto questo ci muoviamo senza certezze sulle forniture e quindi i direttori generali programmano le vaccinazioni senza sapere quante dosi avranno, senza sapere se arrivano quantità sufficienti o devono conservare dosi per i richiami. Intanto aspettiamo ancora una risposta sul fatto che abbiamo migliaia di ragazzi in più e quindi ci servono più dosi».
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