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Il Napoli è di nuovo sul tetto d’Italia. Gli azzurri conquistano il loro quarto scudetto, il secondo in tre anni, al termine di una stagione intensa, combattuta e ricca di emozioni, suggellata dalla vittoria per 2-0 contro il Cagliari davanti a uno Stadio Maradona gremito e in festa.

In campo, sono stati McTominay e Lukaku a firmare le reti che hanno steso i rossoblù: la prima è un capolavoro, con lo scozzese che ha resistito alla trattenuta di Zappa e in mezza rovesciata ha sbloccato il risultato; il belga, invece, partendo dalla distanza in solitaria, ha realizzato un gol da attaccante vero con un rasoterra in diagonale in area da rigore, chiudendo definitivamente i conti della partita.

Un finale inaspettato, arrivato dopo un'annata iniziata sotto molte incognite. La conferma di Antonio Conte sulla panchina, presentato da Aurelio De Laurentiis a giugno 2024, aveva acceso nuove speranze. Il tecnico salentino ha portato subito una mentalità vincente, sintetizzata nello slogan "Amma fatica’", che ha plasmato il carattere della squadra.

Nonostante un'avvio promettente, la cessione di Kvaratskhelia e alcuni infortuni hanno complicato il percorso della squadra e lo scontro a distanza con l'Inter. Dopo aver perso la testa della classifica per alcune giornate, gli azzurri hanno continuato a lottare per raggiungere l'insperato traguardo e, approfittando dei passi falsi dei nerazzurri contro Bologna e Roma, sono tornati al primo posto, consolidandolo fino all’ultima giornata e chiudendo il campionato con 82 punti, uno in più dell’Inter di Simone Inzaghi.

Il 23 maggio 2025, al termine del triplice fischio del Maradona, Napoli si è trasformata in un’immensa festa azzurra. Decine di migliaia di tifosi hanno invaso le strade, le piazze e la zona dello stadio già dal pomeriggio, pronti a celebrare un trionfo atteso e sofferto. Il Maradona è esploso di gioia, così come piazza del Plebiscito e ogni angolo della città, tra cori, bandiere e fuochi d’artificio. È la festa di un popolo intero, il coronamento di un sogno che conferma il legame indissolubile tra la squadra e la sua gente.

Foto: Lega Serie A