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Storia e Storie

Il 16 Agosto del 1924 venne trovato il cadavere del Deputato Socialista Giacomo Matteotti massacrato dalla canea fascista

16 agosto 1924: il ritrovamento del corpo di Giacomo Matteotti

Il sacrificio di Matteotti stava per far cadere Mussolini ma la assunzione di responsabilità del delitto da parte dello stesso Mussolini, nell'ignavia dei molti, salvò il regime

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), sabato 16 agosto 2025 10:29:29

Il 16 Agosto del 1924 venne trovato il cadavere del Deputato Socialista Giacomo Matteotti massacrato dalla canea fascista.

Le carte segrete che Matteotti aveva trovato a Londra e che portava con sé in una borsa al momento del rapimento sarebbero servite nel discorso che avrebbe pronunciato di lì a poco in Parlamento, per provare la corruzione del duce, di suo fratello Arnaldo e dello stesso re Vittorio Emanuele III da parte di una compagnia petrolifera americana, la Sinclair Oil, la quale aveva pagato tangenti per aprirsi uno spazio nel mercato italiano.

Il sacrificio di Matteotti stava per far cadere Mussolini ma la assunzione di responsabilità del delitto da parte dello stesso Mussolini, nell'ignavia dei molti, salvò il regime. Nessuno coraggioso ed eroico come il martire Matteotti.

Pietro Nenni
Six ans de guerre civile en Italie, Librairie Valois, Paris, 1930
All'interno la testimonianza di Pietro Nenni che ricorda il momento più drammatico ed esaltante del discorso di Matteotti alla Camera 10 gg prima del suo rapimento:
Quando il Presidente dà la parola all'onorevole Matteotti, dagli scanni della destra partono le prime esclamazioni di odio. In piedi, calmo, sicuro di sé, Matteotti lascia che gli energumeni si sfoghino.

Ha da dire alla maggioranza della Camera alcune amare verità e le dirà.

Matteotti: «Noi abbiamo avuto da parte della Giunta delle Elezioni la proposta di convalidazione di numerosi collegi. Ci opponiamo a questa proposta perché, se nominalmente la maggioranza governativa ha ottenuto 4 milioni di voti, noi sappiamo che questo risultato è la conseguenza di una mostruosa violenza».

Dai loro banchi i fascisti mostrano i pugni all'oratore. Nell'emiciclo i più violenti cercano di slanciarsi contro Matteotti. Impassibile al suo banco, Mussolini, lo sguardo corrucciato, assiste alla scena senza fare
un gesto, senza dire una parola.

Matteotti: «Per dichiarazione esplicita del capo del Fascismo, il Governo non considera la sua sorte legata al responso elettorale. Anche se messo in minoranza sarebbe rimasto al potere».

Starace: «Proprio così, abbiamo il potere e lo conserveremo».
Adesso tutta la Camera grida contemporaneamente. Una voce erompe: «Vi insegneremo a rispettarci a colpi di calcio di fucile nella schiena!».

Matteotti: «Per sostenere questi propositi del Governo, c'è una milizia armata, che non è al servizio dello Stato né al servizio del Paese, ma al servizio di un partito».

La destra sbatte i leggii. Per alcuni minuti l'oratore non riesce a farsi udire.

Matteotti: «Non rinuncerò alla parola se non quando avrò esposto interamente il mio pensiero».

A destra: «No, no! Basta! Cacciatelo dalla tribuna!».

Adesso l'oratore denuncia la lunga serie delle violenze. Poi continua: «Badate, il soffocamento della libertà conduce ad errori dei quali il popolo ha provato che sa guarire. La tirannia determina la morte della nazione. Voi volete rigettare il Paese indietro, verso l'assolutismo. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano, del quale salvaguarderemo la dignità domandando che si faccia luce sulle elezioni».

In piedi, la sinistra acclama Matteotti. A destra si grida: «Traditore! Venduto! Provocatore!».

«E adesso - dice sorridendo Matteotti ai suoi amici - potete preparare la mia orazione funebre».

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