Tu sei qui: Storia e StorieA Pompei ritrovato il primo “Pilentum” italiano, un carro cerimoniale d’élite strappato ai tombaroli
Inserito da (Maria Abate), martedì 2 marzo 2021 08:35:45
Nella villa in cui lo scorso novembre furono rinvenuti i corpi intatti di due uomini, un 40enne avvolto in un mantello di lana e il suo giovane schiavo, è emerso qualche giorno fa un carro cerimoniale.
Si tratta della villa suburbana di Civita Giuliana, costruita alle porte della città antica e che oggi si sta riportando alla luce anche per fermare lo scempio dei tombaroli, che negli anni passati attorno a queste stanze hanno scavato cunicoli per entrare negli scavi e depredarli. Oggi sono sotto processo, seppure ancora a piede libero: la casa di uno degli accusati si trova proprio sul terreno nel quale si sta scavando.
«Una villa molto grande e particolarmente preziosa per le indagini storiche, perché a differenza di tante altre che erano state svuotate dalle ristrutturazioni seguite al terremoto del 62 d. C., nei giorni dell'eruzione era ancora abitata», ricorda Massimo Osanna, direttore uscente del Parco Archeologico e responsabile scientifico dello scavo.
Ebbene, proprio in questa villa è stato rinvenuto il Pilentum, ovvero quello che le fonti antiche descrivono come un veicolo usato solo dalle élites e soltanto in contesti cerimoniali. «Uno così in Italia non si era mai visto. Il confronto si può fare unicamente con una serie di carri ritrovati quindici anni fa in una tomba della Tracia, nella Grecia settentrionale al confine con la Bulgaria -, spiega Osanna -. Uno in particolare di questi carri traci assomiglia molto al nostro, ma non è decorato».
Invece quello pompeiano era rosso e decorato con raffigurazioni erotiche e sfarzosi ornamenti in bronzo, forse perché si rifaceva al culto di Cerere, che a Pompei veniva onorata insieme a Venere, o - come fanno pensare anche le spighe di grano indurite ritrovate sul sedile - perché serviva a celebrare il matrimonio di una coppia. È stato rinvenuto quasi integro nel porticato antistante alla stalla dove già nel 2018 erano emersi i resti di 3 equidi, tra cui un cavallo bardato.
Per liberare il carro a quattro ruote dalle concrezioni di cenere, sono intervenuti archeologi, architetti, ingegneri, restauratori, vulcanologi, paleobotanici e antropologi. Si tratta infatti di un reperto eccezionale, un tipo di carro largamente citato nelle fonti antiche eppure mai emerso prima d'ora da uno scavo archeologico italiano.
«Pompei continua a stupire con le sue scoperte, e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare. Una scoperta che soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno. Un plauso e un ringraziamento al Parco Archeologico di Pompei, alla Procura di Torre Annunziata e ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale per la collaborazione che ha scongiurato che reperti così straordinari fossero trafugati e illecitamente immessi sul mercato», dichiara il ministro della cultura Dario Franceschini.
Proprio il tema del contrasto ai traffici di beni culturali sarà al centro del prossimo G20 cultura che si terrà a Roma.
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